Il consigliere comunale ha consegnato alla polizia le chat che aveva nel gruppo whatsapp “assessori” e denuncia (manco a dirlo) una ex collega di giunta
MONTALTO DI CASTRO – Finalmente è tornato ad essere quello di un tempo. Parliamo dell’ex assessore ai lavori pubblici del Movimento 5 Stelle Francesco Corniglia diventato famoso quando stava all’opposizione del sindaco Sergio Caci per le numerose denunce presentate in Procura decretandolo un vero e proprio “talebano della carta bollata”.
Dopo una breve parentesi in maggioranza piuttosto fallimentare dove ha mostrato la completa incapacità sia nel governare i processi amministrativi che relazionarsi con i colleghi di maggioranza si è dimesso per tornare ad essere quello di un tempo.
La Procura della Repubblica di Civitavecchia conosce bene il soggetto così come il Commissariato di Polizia di Tarquinia al quale il “Talebano” evidentemente si rivolge spesso.
Ma cosa avrebbe combinato questa volta questo oriundo trapiantato in riva al mare tanto da essere spinto a rivolgersi all’autorità giudiziaria?
Da quanto trapela Francesco Corniglia quando era assessore di maggioranza era membro di una chat whatsapp con tutti gli altri colleghi e la sindaca.
La classica chat per comunicare appuntamenti, incontri, orari di giunta. Insomma una chat di servizio.
Chat che il buon Corniglia, una volta dimessosi dalla maggioranza, ha utilizzato per denunciare un’assessore o assessora (di preciso non lo sappiamo), che avrebbe scritto di non poter essere presente ad una giunta che doveva deliberare un provvedimento e che successivamente quel provvedimento era invece firmato e l’assessore/a dichiarata presente.
Non sappiamo a che punto stiano le indagini e se siano stati trovati riscontri su quanto denunciato dal consigliere del Movimento 5 Stelle.
Quello che fa notizia è finalmente la ritrovata vita politica di un soggetto come Corniglia e della sua sfrenata passione nel denunciare i colleghi che siedono sui banchi del consiglio comunale.
Un bentornato dunque al “talebano della carta bollata”.