Viterbo – Cinghialetto travolto e ucciso in Via Vicenza

Tira e molla da due anni tra Regione, Provincia e Comune. I cittadini vogliono risposte e la campagna elettorale potrebbe essere l’occasione giusta

VITERBO – Cinghiali a spasso per la città e inevitabili incidenti, un cinghialetto della nuova cucciolata (LEGGI TUTTO) è stato preso sotto nella centrale via Vicenza tra il panico dei passanti che hanno immediatamente allertato il numero unico per le emergenze 112. Erano circa  le venti di ieri quando una matriarca con i suoi oltre dieci cuccioli dal parco dell’Arcionello ha pensato di andare a banchettare verso il centro della città facendo sosta nel giardinetto limitrofo al sottopassaggio, tra lo spavento dei tanti passanti, chi in uscita dal teatro, chi di ritorno da una passeggiata, che fuggivano via velocemente.

All’improvviso tutta la cucciolata come impazzita ha iniziato ad attraversare la strada in maniera fulminea nel pieno traffico domenicale,  per il povero cinghialetto, ultimo della fila non c’ è stato nulla da fare è stato centrato in pieno da un’auto, che solo dopo ha realizzato cosa fosse accaduto. L’animale è morto sul colpo tra lo sconcerto dei passanti, tutti ad interrogarsi su come sia possibile tanta insicurezza e degrado.

Era il 3 maggio 2023 quando la Regione Lazio ha emanato una direttiva della direzione regionale Ambiente che autorizzava interventi di contenimento della fauna selvatica previsti dai piani quinquennali di gestione e controllo dei cinghiali. La normativa prevedeva la cattura e l’abbattimento anche e soprattutto in un’ottica di prevenzione della peste suina.

“Si possono attuare catture nel parco già da subito, anche in attesa della definitiva approvazione del piano di contenimento, attualmente al vaglio della Regione”.  Aveva dichiarato Vito Consoli, direttore del settore ambiente regionale. Ma da quel 3 maggio di un anno fa i cinghiali, che sarebbero dovuti diminuire, sono invece aumentati grazie alle nuove prolifiche nascite.

E se il piano di gestione e controllo degli animali è in capo alle Regioni, è la Provincia, che ha la gestione della riserva naturale dell’Arcionello, a dover intervenire, mentre al Comune  il compito di mettere in atto tutte le misure possibili per evitare la presenza di rifiuti e crescita incontrollata di vegetazione, nascondiglio per i selvatici animali. Tra le soluzioni prospettate, si parlò dell’arrivo di otto ispettori ambientali, addetti tra l’altro a sanzionare chi dà da mangiare ai cinghiali e chiusure gravitazionali per i mastelli, entrambi mai arrivati.

Era la stessa sindaca Chiara Frontini il 19 luglio 2022 a diramare questa nota:

“L’emergenza cinghiali è un tema sul quale stiamo lavorando già da queste prime settimane e che dovrà concludersi con dei provvedimenti urgenti nel brevissimo periodo, e strutturati, che affrontino il problema in maniera definitiva, nel medio termine. Per quanto riguarda quelli urgenti, la prossima settimana emaneremo un’ordinanza che dia una prima risposta. Siamo coscienti del problema che rappresenta per la cittadinanza in termini di sicurezza pubblica, e per molte categorie economiche, primi fra tutti gli agricoltori che subiscono ogni anno ingenti danni economici a causa della massiccia presenza degli ungulati.

È tuttavia necessario mettere in campo delle misure che comprendano il coinvolgimento diretto della Regione Lazio, che ha competenze legislative in materia, e la Provincia di Viterbo, che è l’ente gestore del parco Arcionello, così da avere pronto un piano complessivo per combattere l’emergenza in maniera strutturale. Proprio sul parco Arcionello, dove nel periodo della campagna elettorale siamo stati invitati dal presidente Romoli a partecipare a una passeggiata, riteniamo sia urgente avviare un tavolo istituzionale che affronti l’annoso tema del piano d’assetto all’interno del quale venga affrontata anche la tematica della fauna selvatica”.

A distanza di due anni, tra Regione, Provincia e Comune, come un gioco al rimbalzo, nessuno ha risolto il problema (che potrebbe far guadagnare tanti voti) in attesa di un epilogo peggiore, quello che sarebbe accaduto se a colpire la macchina fosse stato il capobranco.

B.F.