BUCAREST – La Romania sta diventando un importante hub logistico per la Nato con il pretesto di aumentare la capacità di trasporto del grano ucraino. Secondo i russi, Bucarest sta costruendo rapidamente una strada di 450 km dal confine con l’Ucraina al porto di Costanza, chiamata “Autostrada Moldava”, aggirando Polonia, Ungheria e Slovacchia, che sarà completata entro la fine di quest’anno.
La nuova arteria dà a Kiev l’accesso ai porti rumeni, e i russi sottolineano che lungo questa rotta verranno trasportati il grano proveniente dall’Ucraina e le armi dei partner della Nato.
C’è poi in ballo un altro progetto volto a collegare il Mar Nero al Mediterraneo che coinvolge Romania, Bulgaria e Grecia. L’autostrada Costanza-Alessandropoli, che attraversa il territorio bulgaro, dovrebbe essere pronta tra 5 anni. Secondo gli analisti militari russi, in futuro potrebbe essere utilizzata anche per migliorare le comunicazioni tra le basi militari americane nei Balcani. L’iniziativa si estende fino al confine con l’Ucraina, il che significa che l’autostrada potrà garantire l’uscita dei prodotti agricoli ucraini ai porti rumeni e greci.
Il porto greco di Alessandropoli – spiega Newsweek – è molto importante dal punto di vista strategico per gli americani, perché può eliminare i blocchi logistici a est e così, attraverso Bulgaria e Romania, è possibile un trasferimento di forze verso nord, fino ai confini dell’Ucraina e della Repubblica di Moldavia. “È chiaro che gli americani continueranno a trasformarlo in un centro dinamico di operazioni militari”, scrive il canale filo-Cremlino Telegram/Rybar. “La Romania sta davvero diventando una roccaforte degli Stati Uniti nella regione. Innanzitutto attira attivamente la Moldavia e sta per assorbirla completamente, e in secondo luogo diventa il principale partner strategico per preservare i territori costieri dell’Ucraina, in primo luogo Odessa”. “Quindi quest’anno la Romania diventerà per gli Stati Uniti la nuova Polonia, cioè il principale strumento di sostegno diretto a Kiev. Hanno richieste inferiori e meno ambizioni”, concludono gli analisti russi.