Il libro, da poco uscito in libreria, cita la città e il noto evento legato all’elezione di papa Gregorio X
VITERBO – Negli Stati Uniti d’America si pensa alla Città dei Papi, nel particolare lo fa uno tra gli scrittori più famosi del mondo, Glenn Cooper, che con il suo più recente romanzo “L’ultimo conclave”, editore Nord, non dimentica di ricordare il capoluogo della Tuscia.
La citazione, chiaramente, è quella riferita all’elezione papale del 1268-1271, tenutasi presso il Palazzo dei Papi, dopo la morte di Clemente IV. La più lunga nella storia della Chiesa cattolica, che si concluse con l’elezione di Tedaldo Visconti, poi conosciuto come Gregorio X. Un evento che segnò Viterbo e viterbesi per sempre, quando i cittadini – esasperati per l’esagerata lunghezza della votazione – decisero prima di lasciare i cardinali con pane e acqua e poi addirittura senza soffitto, portando allo scoperchiamento del tetto del palazzo simbolo della città.
Un evento così eccezionale da riecheggiare nel mondo, in particolare quello della Chiesa cattolica, e che oggi viene ancora celebrato e ricordato anche grazie a grandi scrittori proprio come Glenn Cooper che meriterebbero di essere invitati a Viterbo, così da amplificare ulteriormente la diffusione del nome della città.
Questa la trama ufficiale del libro, presente, ovviamente, in tutte le librerie viterbesi:
“Quando, a soli due anni dall’elezione, papa Giovanni XXIV viene trovato morto nel suo letto, il Vaticano deve superare in fretta lo sconcerto e organizzare un nuovo conclave. Il giorno d’apertura, dopo la tradizionale processione dei cardinali elettori, viene sancito l’Extra omnes e si chiudono le porte. Nel pomeriggio i fedeli attendono l’esito della prima votazione, tuttavia le ore passano e dal comignolo su cui sono puntate migliaia di telecamere non esce nessuna fumata, né nera né bianca. Stretta fra gli obblighi del cerimoniale e un senso di inquietudine sempre più forte, la segretaria di Stato Elisabetta Celestino decide di compiere un atto senza precedenti: rompere il sigillo del conclave e aprire le porte. E la scena che si trova davanti è surreale. La Cappella Sistina è vuota. I cardinali elettori sono svaniti nel nulla. Arrivato in Vaticano come collaboratore della CNN per commentare il conclave, Cal Donovan si unisce subito alle indagini su quella scomparsa apparentemente impossibile. E, mentre il mondo rimane col fiato sospeso in attesa di notizie, a poco a poco Cal si rende conto con orrore che quello è solo l’ultimo tassello di un piano ordito da un gruppo di persone potenti e determinate, persone che da otto secoli tramano nell’ombra per lavare nel sangue le colpe della Chiesa e ricostruirla dalle fondamenta…”.