Scavi di Coriglia: un viaggio nel tempo tra monete romane e testimonianze etrusche
CASTEL VISCARDO (Terni) – I recenti scavi archeologici condotti nel sito di Coriglia, situato nel comune di Castel Viscardo, hanno rivelato una serie di reperti che gettano nuova luce sulla storia antica della regione. Tra le scoperte più significative, spiccano oltre 350 monete di epoca romana, rinvenute durante i lavori che hanno riportato alla luce una “mansio”, un’antica stazione di sosta, menzionata anche nella famosa “Tabula Peutingeriana”.
Uno dei reperti più affascinanti è un anello con l’incisione “ROMA”, che probabilmente apparteneva a un facoltoso abitante dell’epoca. L’archeologa Silvia Simonetti, responsabile degli scavi, spiega che l’anello e le monete rappresentano solo una parte dei tesori emersi nei 17 anni di scavi.
Nel museo locale sono conservati numerosi altri reperti, tra cui terrecotte, arredi architettonici degli antichi impianti termali e intonaci dipinti. Gli scavi non solo hanno portato alla luce reperti romani, ma anche testimonianze di epoca etrusca, dimostrando che il sito era conosciuto e abitato ben prima dell’età imperiale. Tra i materiali esposti nelle teche museali vi sono fibule a sanguisuga e una serie di ex voto in terracotta e bronzo, che attestano la lunga e continua frequentazione del sito.
L’ANSA ha visitato in esclusiva il sito durante l’ultima campagna di scavi, in cui è stata rinvenuta una vasta area di accoglienza e di ricovero per mezzi e animali, confermando l’importanza della “mansio” come stazione di sosta. Situata su un terrazzamento artificiale affacciato sulla valle del fiume Paglia, a circa 600 metri dall’attuale corso del fiume, la “mansio” di Coriglia era un punto di riferimento cruciale per i viaggiatori lungo la via Cassia e la via Traiana Nova, nonché lungo le rotte fluviali del fiume Paglia. Attiva dalla fine del secondo secolo a.C. fino alla metà del quarto secolo d.C., offriva ai viaggiatori la possibilità di rigenerarsi nelle vasche termali con acque sulfuree, come documentato dalla Tabula Peutingeriana, una pergamena itineraria del XIII secolo che riproduceva le principali infrastrutture viarie della tarda romanità.
“La scoperta della “mansio” di Coriglia aggiunge un grande valore al nostro territorio già ricco di reperti archeologici,” sottolinea Daniele Longaroni, sindaco di Castel Viscardo. “Questo sito non solo arricchisce la nostra conoscenza della viabilità e delle infrastrutture romane, ma anche della vita quotidiana e delle pratiche culturali delle popolazioni che hanno abitato questa regione nel corso dei secoli.”
La continua attività di scavo e ricerca a Coriglia promette di rivelare ulteriori dettagli su questo affascinante sito archeologico, contribuendo a delineare un quadro sempre più preciso e ricco della storia antica dell’Umbria.