Zero spiegazioni dal Comune e dalla Asl di Montefiascone, con assistenti sociali che hanno chiesto soldi per telefono alle famiglie senza fornire alcun dettaglio ufficiale
MONTEFIASCONE – Estremo disagio per le famiglie dei ragazzi e adulti disabili legate alla Asl di Montefiascone che di punto in bianco si sono viste richiedere un contributo di ben 500 euro per le vacanze estive dei propri figli. Un fulmine a ciel sereno, che ha coinvolto numerosi genitori di tutta la vasta area gestita dalla Asl montefiasconese, dopo decenni che la Regione pagava l’intera quota finanziando le Asl territoriali che a loro volta distribuivano il denaro tra i comuni.
A rendere ancora più triste la situazione, a distanza di poche settimane dalla partenza, è la modalità in cui la richiesta di denaro si è tenuta.
“Abbiamo ricevuto una chiamata da parte dell’assistente sociale che ci chiedeva di anticipare questi soldi – spiega la madre di uno dei ragazzi – una cosa assurda, anche perché non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale e, come se non bastasse, l’assistente non sapeva dirci nulla su dove i ragazzi avrebbero soggiornato, come avrebbero raggiunto questo fantomatico luogo. Nulla di nulla“.
A una richiesta di spiegazioni, l’unica affermazione da parte di chi aveva chiamato per ottenere il denaro è stata: “Il Comune non ha soldi”.
“Mio figlio ha 42 anni e una disabilità mentale – continua a spiegare la signora – e da 38 è abituato, con i suoi compagni, a fare queste gite 5-7 giorni ogni mese di agosto. Non ci era mai capitata una situazione simile e in queste modalità oltretutto, con una persona che ci chiama per avere soldi, senza darci informazioni e dicendo solo che ‘Il comune non ha soldi‘”.
Una situazione che ha del grottesco e che, oltretutto, non tiene assolutamente conto delle problematiche che nelle famiglie possono sorgere.
“Non abbiamo mai chiesto soldi – prosegue – abbiamo sempre fatto tutto con le nostre forze, ma ora non ci stiamo più. Anche le altre famiglie stanno vivendo un disagio inaudito e la Asl, o chi per lei, non riesce minimamente a rendersi conto cosa voglia dire per questi ragazzi e per le loro famiglie non sapere se potranno partire. Sono ragazzi grandi, ormai, abituati a questa gita d’estate e non è semplice per noi fargli capire che questa volta forse non partiranno, il mio per esempio potrebbe prendere molto male la cosa e diventare aggressivo”.
La modalità, una chiamata da parte di una assistente sociale che chiede di versare 500€ sull’unghia, è poi il dettaglio che rende la storia più assurda che mai. Una vicenda che ha molte ombre e, a detta delle famiglie, sparse tra zone dell’alta Tuscia “In comune non sanno niente di tutto ciò”.
Molte le domande che sorgono spontanee: chi è il responsabile della situazione? Che fine hanno fatto i soldi che da tre decenni la Regione anticipava alle Asl competenti? Perché non c’è ancora alcun dettaglio su dove i ragazzi soggiorneranno?
Di sicuro torneremo a parlarne, con le famiglie che hanno già promesso di non cedere a questa paradossale situazione, colma di ombre e con pochissime certezze.