Il parroco è stato ascoltato in aula su richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Maruccio, rinviata l’udienza al 13 novembre
CIVITAVECCHIA – È stato ascoltato ieri in Tribunale don Diego Pierucci, parroco della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, chiamato a rispondere all’accusa di circonvenzione di incapace. Durante l’udienza preliminare, svoltasi davanti al giudice Matteo Ferrante, il sacerdote si è sottoposto a interrogatorio su richiesta della sua difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Maruccio, il quale si è detto fiducioso di poter dimostrare l’estraneità del proprio assistito rispetto ai fatti contestati.
«Il sacerdote – ha dichiarato l’avvocato Maruccio – ha risposto compiutamente a tutte le domande che gli sono state poste dal giudice e dal pubblico ministero, raccontando quella che è la sua verità». L’udienza è stata rinviata al prossimo 13 novembre, quando le parti avranno l’opportunità di presentare le loro argomentazioni e il giudice dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio il parroco.
Secondo le indagini coordinate dalla magistratura, il sacerdote si sarebbe approfittato dello stato di salute precaria di una parrocchiana di Civitavecchia, deceduta a maggio dello scorso anno. La presunta vittima, un’anziana affetta da demenza senile e frequentatrice assidua della parrocchia retta da don Diego, sarebbe stata privata di una somma di denaro di circa 300 mila euro, di un’auto e di una casa. I fatti risalirebbero a sette anni fa.
Per tutelare il patrimonio dell’anziana, i familiari avevano richiesto la nomina di un tutore. Don Diego si sarebbe proposto come garante per questa tutela, ma il tribunale avrebbe preferito procedere con una nomina diversa. Nei mesi successivi, i parenti della donna avrebbero riscontrato prelievi consistenti dai conti della stessa.
Secondo l’accusa, il parroco si sarebbe fatto intestare dalla donna un’auto e un appartamento, che risultavano provenire da un conto cointestato anche al sacerdote. Già prima del decesso della donna, i familiari avevano presentato un esposto alla Magistratura per fare piena luce sulla vicenda.
In seguito all’esposto, la Curia Vescovile aveva diramato una nota in cui dichiarava: “Esprimendo piena fiducia nell’operato della magistratura, auspica che quanto prima la vicenda si risolva con le massime garanzie per le parti in causa”. Inoltre, la Curia aveva precisato che i supposti addebiti attribuiti al parroco non erano in alcun modo riconducibili agli incarichi da lui ricoperti a livello diocesano.
L’attesa ora è per il 13 novembre, data in cui il giudice Ferrante deciderà se procedere o meno al rinvio a giudizio di don Diego Pierucci.