Il romeno Basel Cristian Vasile conferma la lite in casa e le percosse ma nega il delitto di Angelo Grassi. Oggi al carcere di Borgata Aurelia l’udienza per l’eventuale convalida del fermo
SANTA MARINELLA – “Voleva che lasciassi la casa e per questo abbiamo litigato. L’ho anche picchiato, ma quando sono andato via Angelo era vivo”. Queste sono le parole di Basel Cristian Vasile, un cittadino romeno di 36 anni, fermato dai carabinieri in un bar e condotto in caserma a Civitavecchia per essere interrogato come principale sospettato nell’omicidio di Angelo Grassi, 52 anni.
L’omicidio è avvenuto nell’appartamento di via delle Camelie, nel quartiere Fiori di Santa Marinella, dove Grassi viveva da tempo condividendo l’abitazione con Vasile. L’uomo è stato fermato alle 3:00 del 10 settembre e, durante un lungo interrogatorio durato oltre sette ore davanti al PM Martina Frattin della Procura di Civitavecchia, ha fornito la sua versione dei fatti.
Secondo quanto dichiarato da Vasile, la convivenza con Grassi si era deteriorata: Grassi avrebbe chiesto al romeno di lasciare l’appartamento, scatenando un litigio acceso, durante il quale Vasile ammette di aver picchiato Grassi. Tuttavia, il sospettato ha sostenuto che, al momento in cui ha lasciato la casa con i suoi effetti personali, Grassi fosse ancora vivo e continuasse a urlare. Vasile non sarebbe riuscito a fornire con precisione il giorno della lite.
Il corpo di Angelo Grassi è stato ritrovato lunedì 9 settembre, in avanzato stato di decomposizione, con ferite al corpo e alla testa, in una pozza di sangue tra l’antibagno e il bagno della casa. L’autopsia, eseguita dal medico legale Matteo Scopetti, ha stimato la data del decesso tra il 3 e il 6 settembre, almeno tre giorni prima del ritrovamento. Le ferite e le ecchimosi presenti sul corpo e sulla testa della vittima sono compatibili con una colluttazione.
L’udienza per l’eventuale convalida del fermo di Vasile è fissata per questa mattina alle 9:30 davanti al giudice per le indagini preliminari Matteo Ferrante, presso il carcere di Borgata Aurelia, dove il sospettato si trova attualmente detenuto. Rimane da chiarire se Vasile, assistito dall’avvocato d’ufficio Andrea Romani, confermerà la versione fornita durante l’interrogatorio.
Grassi era noto per precedenti legati alla droga e all’alcol ed era in cura presso il Serd di Civitavecchia. Il ritrovamento del suo corpo è stato reso possibile dalle segnalazioni dei vicini, che avevano percepito un forte odore nel palazzo, e dalle ricerche insistenti della madre della vittima, che per giorni aveva tentato invano di mettersi in contatto con il figlio. La donna aveva anche cercato informazioni da Vasile, ma aveva ricevuto risposte evasive. Alla fine, ha deciso di inviare la figlia, sorella di Angelo, a verificare di persona la situazione: è stata lei a trovare il corpo ormai senza vita.
Sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione di Santa Marinella, della Compagnia di Civitavecchia e gli specialisti del Nucleo Investigativo di Ostia. Le indagini comprendono anche l’analisi delle immagini delle telecamere a circuito chiuso, che avrebbero ripreso gli ultimi movimenti di Grassi all’interno e all’esterno dell’abitazione.
È importante ricordare che Vasile, in qualità di indagato, gode della presunzione di innocenza fino a prova contraria, secondo quanto stabilito dall’articolo 27 della Costituzione Italiana e dalla direttiva europea n. 343 del 2016. La direttiva stabilisce che nessun indagato può essere considerato colpevole fino a che non venga emessa una sentenza definitiva di condanna.