Civitavecchia – Addio a Giampiero Romiti, decano del giornalismo civitavecchiese e viterbese

CIVITAVECCHIA – Il mondo del giornalismo, e non solo, oggi si ferma per piangere la scomparsa di Giampiero Romiti, figura carismatica e indimenticabile che ha segnato profondamente la storia dell’informazione locale e nazionale.

Nato nel 1941, Giampiero ci ha lasciati questa mattina dopo una lunga malattia, circondato dall’affetto della sua famiglia e di quanti ne hanno apprezzato la professionalità, la schiettezza e la passione.

La sua carriera è stata legata indissolubilmente al quotidiano “Il Tempo”, dove ha ricoperto il ruolo di caposervizio prima nella redazione di Civitavecchia e poi in quella di Viterbo, città dove il giornale aveva radici profonde.

Era un giornalista di razza, dal carattere apparentemente burbero e dal linguaggio tagliente, ma capace di grande umanità e generosità verso i colleghi, soprattutto verso i più giovani. Non lesinava consigli, trasmettendo con pazienza i segreti del mestiere, quei piccoli accorgimenti che possono fare la differenza in una professione tanto affascinante quanto difficile.

La passione per il giornalismo lo ha accompagnato fino all’ultimo. Anche negli anni recenti, Romiti non ha esitato a mettere a disposizione il suo bagaglio di esperienza, partecipando a dirette elettorali, curando rubriche e prestando la sua voce autorevole sia in televisione che nel mondo delle webtv.

Un’altra grande passione di Giampiero era lo sport. Impegnato nell’associazione “Veterani dello Sport” accanto all’amico fraterno Roberto Melchiorri, ha saputo coniugare l’amore per le discipline sportive con l’impegno sociale e politico, lasciando un segno profondo anche in questo ambito.

Con Giampiero Romiti se ne va un pezzo di storia del giornalismo civitavecchiese e viterbese, un professionista che ha saputo interpretare e raccontare le trasformazioni del nostro territorio con lucidità e acume. Alla moglie e alla figlia Giuditta giungano le più sentite condoglianze dalla nostra redazione e da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare al suo fianco.

Giampiero, il tuo esempio resterà per sempre una guida per chi crede nel valore della verità e della passione per il proprio lavoro. Riposa in pace.

Il mio personale ricordo

Immancabile sigaretta in bocca. Un computer che non andava neanche a calci. Partiva di buon mattino da Civitavecchia per raggiungere Viterbo dove era stato trasferito “per fare un favore ad un amico vero”.

In quella redazione luminosa c’erano altri giornalisti che hanno fatto, a loro modo, la storia della carta oleosa fresca di rotativa. Parliamo di Giuseppe Mascolo, Andrea Acali, Alessandro Ferretti, Alessandro Giulietti, Mario Ramundo e via via tanti altri.

Il whisky con ghiaccio bevuto insieme ad un altro grande, grandissimo giornalista, Paolo Brunori. Poi gli scontri con quel direttore che negli anni successivi divenne il braccio destro di Silvio Berlusconi. Parliamo di Gianni Letta.

Artefice con lui dei primi scoop di gioventù. La caduta della Provincia di Viterbo e il primo scandalo delle “mazzette socialiste” e “progressiste” che diedero il la alla tangentopoli “de ‘noantri”.

Poi il suo modo di essere critico. Sempre contro il potere, qualsiasi fosse il colore. Sempre dalla parte dei più deboli e dei sopraffatti.

L’ultima battaglia quella del palazzetto del nuoto di Civitavecchia. Non voleva che ci fossero a guidarlo quelli che riteneva inidonei. Poi gli amici. Quelli di sempre e quelli nuovi.

A lui, alle sue MS che affumicavano la redazione, ai suoi consigli, alle sue cazziate e alla sue verve nel capire se una notizia era tale o meno, il saluto di chi, come il sottoscritto, non ha mai smesso di apostrofarlo come “maestro”.

Che i campi Elisi ti accolgano verdi e pieni di fiori. Saluta tutti quelli di cui raccontavamo le gesta una volta che ci avevano anticipato nel viaggio eterno.

La terra ti sarà lieve MAESTRO.

Paolo Gianlorenzo