CIVITAVECCHIA – La chiusura definitiva, come noto ormai da tempo, è fissata per il prossimo 31 dicembre.
Nel frattempo, comunque, la centrale Enel a carbone di Torrevaldaliga nord rimane spenta e con pochissime attività collaterali rimaste ancora operative.
L’annuncio dello stop è arrivato a novembre 2024 in base all’accordo di Parigi sulle politiche green: un successo per l’ambiente ma allo stesso tempo una decisione che ha gettato nell’incertezza i lavoratori che ancora oggi sono in attesa di conoscere il proprio futuro.
Ovviamente non si parla del personale Enel ma di quelli appartenenti alle cooperative che lavoravano all’interno della centrale. In totale, per una quarantina di imprese coinvolte, si contano all’incirca 1.200 operati altamente qualificati di età meda dai 40 ai 55 anni: metalmeccanici, in larga parte, ma anche autisti, carpentieri, guardiafuochisti, operatori vari e sommozzatori.
Secondo un approfondimento di Repubblica nei mesi scorsi sono già partiti i primi tagli con gli operai che da 1.200 sono diventati 600, in gran parte protetti dalla cassa integrazione fino a dicembre.
“Siamo i primi a intervenire in caso di emergenza e i primi a essere sacrificati: eppure da anni si sapeva che la centrale sarebbe stata chiusa – ha spiegato al quotidiano Roberto Ceccarelli, guardiafochista e sommozzatore, presidente della cooperativa Cosepo che fino a un anno fa contava 18 lavoratori -. Sono rimasti 14 di cui 12 in cassa integrazione e due part time. Del resto la cooperativa ha perso almeno 400mila euro del suo fatturato dopo lo stop della centrale. E le prospettive non sono positive”.
Nel frattempo, un piccolo spiraglio di luce, potrebbe arrivare dal Governo con l’autorizzazione allo smantellamento degli impianti ormai spenti e obsoleti. Un’operazione, quest’ultima, che impiegherebbe molti degli operai in questione per almeno 30 mesi prolungando, di fatto, le retribuzioni e garantendo più tempo per trovare soluzioni per il futuro. L’ok del ministero, però, tarda ad arrivare e il destino dei lavoratori, giorno dopo giorno, è sempre più incerto.