Viterbo – Ciambella (Per il Bene Comune): “Promesse mantenute dal presidente Rocca per la difesa della Tuscia”

La consigliera comunale ha sottolineato come il presidente della regione, Francesco Rocca, sia impegnato per la tutela ambientale del territorio

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Luisa Ciambella (Per il Bene Comune) all’assemblea per il “No” al Deposito Nucleare.

“Innanzitutto desidero rivolgere un sentito ringraziamento agli organizzatori di questo incontro e a tutte le istituzioni presenti, a cominciare dal Comune di Viterbo che oggi ci ospita in questa splendida Sala Regia. La vostra presenza è un segnale importante di attenzione e di impegno verso un tema che riguarda da vicino il futuro del nostro territorio e delle nostre comunità.
Ci ritroviamo oggi in un momento che definire importante sarebbe riduttivo. Siamo qui perché il nostro territorio, la nostra storia, la nostra identità, sono sotto attacco. Il rischio che ben 95.000 metri cubi di scorie nucleari vengano collocati nella Tuscia non è un’ipotesi lontana, è una possibilità reale. E come tale va affrontata, senza tentennamenti e senza ambiguità.
La Tuscia ha già dato. Siamo una terra che produce il 78% delle energie rinnovabili della Regione Lazio. Una terra che ha saputo accogliere, che ha investito nell’ambiente, nell’agricoltura, nella cultura, e che oggi rischia di essere ripagata con una discarica radioattiva che comprometterebbe il nostro patrimonio ambientale, sociale, economico e culturale.
Ma permettetemi di dire una cosa, con sincerità: non siamo qui oggi per la prima volta. Questo percorso è iniziato anni fa. C’è stato un tempo in cui parlare di scorie nucleari in Consiglio comunale era quasi un tabù. C’era chi firmava e poi ritirava la firma. Come rappresentante del gruppo Per il Bene Comune e del Movimento Civico Rocca Presidente, siamo stati in prima linea in questa lotta, spesso in totale solitudine. Non per vantare primati, ma per ristabilire la verità ed evitare che vengano distorti i fatti. È essenziale che i cittadini conoscano e ricordino chi ha realmente lavorato per la tutela del nostro territorio e chi invece si è girato dall’altra parte. Oggi, fortunatamente, siamo molti di più. Ma la verità dei fatti va riconosciuta: se siamo arrivati fin qui, è grazie al lavoro costante, silenzioso e determinato di comitati, tecnici, associazioni e cittadini, spesso dimenticati dalla politica, ma sempre presenti. Un applauso, sincero, va a loro. Perché è grazie a loro se la Provincia di Viterbo e la Regione Lazio hanno potuto fare ricorso contro l’inserimento dei nostri siti tra quelli candidati a ospitare il deposito. Un ricorso frutto di testa, competenza e anche sacrifici economici. Non è stata la politica a muoversi per prima, ma la società civile.
Riconosciamo questo primato, ma oggi è giusto dare anche una notizia importante e finora non ancora comunicata pubblicamente: la Regione Lazio ha provveduto a presentare, attraverso i propri uffici, ulteriori osservazioni al Ministero, ribadendo con fermezza che questo non è il territorio adatto a ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. È un ulteriore passo avanti, concreto e determinato, che ho seguito personalmente insieme al Presidente, senza clamore, ma con grande impegno.
Fin dall’insediamento, il presidente Francesco Rocca ha mantenuto gli impegni presi con il nostro Movimento e con i cittadini della Tuscia, traducendoli in atti concreti per salvaguardare il territorio. I risultati di questo lavoro si vedono chiaramente. Oggi, finalmente, possiamo dire che la Regione Lazio c’è. C’è con gli atti. C’è con la coerenza. Con la delibera 173 del 2023, che ha segnato una svolta netta rispetto alla gestione precedente. Siamo passati da 95 richieste per nuovi impianti FER a sole 4. Questo perché oggi l’impostazione è chiara: difendere il territorio, sempre, e non solo quando conviene.
Anche su questo fronte abbiamo detto e ribadito che era possibile fermarsi, e la Corte Costituzionale ci ha dato ragione: ha confermato quello che sostenevamo da tempo. È importante, quindi, che la coerenza non sia solo nelle parole, ma nei fatti, nei gesti, negli atti concreti. E in questo, per la prima volta dopo molti anni, la Regione Lazio ha dimostrato coerenza e determinazione.
Certo, la partita non è finita. Siamo a un bivio decisivo. Dobbiamo unire le forze: politica e tecnica, istituzioni e cittadini. Serve concretezza, serve conoscenza. Serve che i tecnici siano messi in condizione di lavorare con dati aggiornati, con strumenti adeguati, per produrre una documentazione che sia inattaccabile. Non possiamo più permetterci che le carte geologiche usate per prendere decisioni siano quelle degli anni ’60. Lo ripeto: non ci sarà una Tuscia di serie B. Non accetteremo un futuro fatto di isolamento, spopolamento e degrado. La Tuscia ha già scelto il suo modello di sviluppo, e non contempla il nucleare. Concludo con un impegno: continueremo a batterci, insieme, per il bene comune. Senza bandiere, senza strumentalizzazioni. Perché questa battaglia non appartiene a una parte, ma a un popolo intero”.