Montalto di Castro – Figlio ex sindaco pubblica post sul 25 aprile e dà della “gran p…..a” alla Meloni

Questa volta non c’è neanche bisogno di una denuncia a carico di Gianluca Carai in quanto l’autorità giudiziaria potrà procedere d’ufficio per “vilipendio ad un organo dello Stato”

MONTALTO DI CASTRO (VT) – Ancora una volta Gianluca Carai, figlio dell’ex sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai, si è reso protagonista di un episodio vergognoso e inqualificabile.

In occasione dell’80º anniversario della Liberazione, Carai ha scelto di celebrare la ricorrenza non con un pensiero di unità o memoria storica, ma con un indegno post sul proprio profilo Facebook in cui ha rivolto un insulto sessista gravissimo alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, definendola pubblicamente una “gran puttana“.

Un gesto vile, da condannare senza appello, che dimostra ancora una volta il livello infimo a cui certi personaggi dell’estrema sinistra sanno spingersi, incapaci di esprimere dissenso politico senza cadere nella volgarità e nell’odio personale.

Non si tratta di un episodio isolato: Gianluca Carai è tristemente noto a Montalto e dintorni per i suoi eccessi e le sue provocazioni di bassissimo livello. Memorabile, in senso negativo, è l’episodio di qualche anno fa a Montalto Marina, quando, durante una tranquilla domenica pomeriggio di messa nella pineta, Carai, mentre preparava il palco per un concerto, ebbe l’ardire di urlare una bestemmia al microfono, offendendo la sensibilità religiosa di cittadini e famiglie presenti.

Allora, come oggi, a pagare le conseguenze fu soprattutto suo padre, Salvatore Carai, figura ancora attiva nel Partito Democratico, che dovette raccogliere i cocci delle intemperanze del figlio. Nonostante il passare degli anni, Gianluca Carai non ha evidentemente imparato nulla in termini di rispetto e decenza pubblica.

Ma c’è qualcosa di ancora più inquietante in tutto questo: l’approvazione silenziosa (e a tratti compiaciuta) di una parte di pubblico che ha pensato bene di mettere “like” a un insulto sessista e vile. È il sintomo di un degrado morale che non può essere ignorato né minimizzato. Davanti a episodi simili non servono le solite giustificazioni ideologiche: vilipendere una donna, un’istituzione, il principio stesso del confronto democratico, è un atto che merita la più dura riprovazione.

Alla luce della gravità delle sue affermazioni, è probabile che anche questa volta Gianluca Carai dovrà rispondere davanti all’autorità giudiziaria per vilipendio e diffamazione. Un destino inevitabile per chi pensa che il diritto alla libertà di espressione equivalga alla libertà di insultare.
La democrazia, quella vera, merita ben altri difensori. Poi scendono in piazza a manifestare per la pace, in difesa delle donne. Solo ipocrisia sinistra.