Papà Carlo ha scritto: “Era una ragazza attaccata alla vita, amava leggere, ballare, l’arte e la fotografia”
ROMA – La passione per l’Urbex e un maledetto tragico destino. E’ morta così Carlotta Celleno, la 19enne che sabato 26 aprile è entrata con tre amiche nel Molino Agostinelli, dove è precipitata dal settimo piano perdendo la vita.
Amava esplorare luoghi dimenticati, edifici fatiscenti, fabbriche dismesse per realizzare video e foto, e questo era uno di quei posti che aveva catturato la sua attenzione.
Da subito si erano diffuse voci sulle origini viterbesi della ragazza, nipote di Romano Petretti, famosissimo, storico e visionario imprenditore di Bagnaia, tra i grandi nomi dei mobilifici del Lazio negli anni ’80. Anche lui deceduto tragicamente.
Il papà della ragazza, Carlo, aveva gestito una tabaccheria in Corso Italia, nel centro di Viterbo, poi il trasferimento nella Capitale insieme alla moglie Maria Clara, e ai due figli Carlotta e il fratello poco più piccolo. Nel Borgo di Bagnaia gran parte della famiglia che saltuariamente vengono a trovare e dove oltre alla nonna c’è una comunità in lacrime per questa tragedia.
E proprio il papà Carlo, giunto immediatamente all’ex Molino dove ha stretto sua figlia tra le braccia, ha affidato le sue parole ad un breve comunicato ripreso anche dai quotidiani nazionali.
«Rifuggiva i social, non amava per nulla apparire in prima persona. Era una ragazza attaccata alla vita, amava leggere, ballare, l’arte e la fotografia. Le piaceva la musica e suonava il basso elettrico“. Carlo era al corrente della passione di sua figlia per l’urbex, ossia visitare luoghi abbandonati: “Era una ragazza prudente e attenta e con la testa sulle spalle, responsabile per sé e per gli altri; aveva una propria progettualità bella e positiva. È stata purtroppo vittima di una terribile fatalità, facendo quello che le piaceva“. Spiega inoltre, di avere “massima fiducia nel lavoro della Procura” che nel frattempo sta indagando per omicidio colposo.
Roma – 19enne precipita dal settimo piano e muore, voleva fotografare i murales dell’ex molino