Inceneritore Terni, Fiorelli (M5S): “Perchè il Comune non si costituisce in giudizio contro Bioter?”

TERNI – Riceviamo e pubblichiamo – Se il sindaco Bandecchi intende far bruciare i rifiuti urbani di tutta l’Umbria negli inceneritori ternani lo dica chiaramente. Non servono giri di parole. Dopo tutta la pantomima e le accuse all’assessore Thomas De Luca sul riavvio (che non è mai avvenuto) del secondo inceneritore Bioter, oggi leggiamo le critiche alla Regione per aver impedito la chiusura del ciclo dei rifiuti tramite incenerimento ed aver avviato una nuova fase che punta a fare dell’Umbria una regione benchmark a livello di gestione puntando su un’ecosistema industriale integrato e tecnologicamente avanzato, con un’impiantistica di selezione e riciclo di nuova generazione per creare filiere resilienti che generino occupazione qualificata e distribuiscano valore economico sul territorio.

Condividiamo le parole del sindaco quando dice che “all’Umbria servono politiche lungimiranti, concrete e realizzabili” principi che però nulla hanno a che fare con bruciare i rifiuti. Al contrario, è proprio la sua visione a essere ancorata a un passato superato che porterebbe solo maggiore inquinamento e costi per i cittadini umbri. Giustificare oggi la costruzione di nuovi inceneritori, o ancor peggio il revamping di quelli ternani esistenti per bruciare rifiuti urbani, come già Bandecchi dichiarava di voler fare nel suo programma elettorale, rappresenta una scelta anacronistica e strategicamente miope, che ignora deliberatamente i progressi tecnologici e i paradigmi economici e che anche i paesi europei più avanzati stanno lentamente abbandonando.

La strada intrapresa dalla Regione, con la revisione del Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti, compie una scelta lungimirante e in linea con i principi dell’economia circolare, abbandonando definitivamente la stagione dell’incenerimento puntando invece su prevenzione, riciclo e recupero di materia. Ancorarsi alla soluzione dell’inceneritore, al contrario, significa non solo inseguire un sistema inefficiente e dannoso, ma anche precludersi le opportunità economiche e ambientali offerte dall’innovazione. L’inceneritore seppur con recupero termico, per sua natura, è un impianto che richiede un investimento massiccio che indebiterà gli umbri per oltre 30 anni, e che per essere redditizio deve bruciare una quantità costante di materiali entrando in diretta competizione con le filiere della prevenzione, del riuso e del riciclo e che porteranno a pesanti ripercussioni sui costi della tariffa che alla fine ricadrà sulle tasche dei cittadini.

Scegliere l’incenerimento oggi è una rinuncia al futuro per difendere un passato inefficiente, inquinante e ormai superato. La vera irresponsabilità non è osteggiare un termovalorizzatore obsoleto, ma volerlo imporre per bruciare rifiuti che la nostra regione non produce e che non dovrebbero neanche arrivare. Le politiche che servono all’Umbria sono quelle lungimiranti, concrete e realizzabili, non trasformare Terni in un centro di smaltimento. Perchè, piuttosto, il Comune di Terni non accoglie la richiesta della Regione Umbria e dell’assessore Thomas De Luca di costituirsi in giudizio nel ricorso al Consiglio di Stato sulla vicenda Bioter?

Claudio Fiorelli consigliere comunale
Gruppo territoriale Movimento 5 Stelle Terni