Sui contestati ritardi di trasmissione dati, la prima cittadina dovrebbe guardare a quelli della sua amministrazione
VITERBO – Non potabilità dell’acqua. Era stata proprio la sindaca Frontini, alquanto stizzita, a chiede al presidente Romoli di convocare Asl e Talete nell’ambito della consulta Ato, per definire le modalità di trasmissione dei parametri di potabilità delle acque che escono dai rubinetti della città, comunicati sempre in ritardo.
Il riferimento è all’ultima analisi di Arpa Lazio che aveva riscontrato enterococchi al di sopra del valore consentito in mezza città, comunicazione che è arrivata in ritardo al Comune e di conseguenza ai cittadini, che per tre giorni tra il 13 e il 16 giugno 2025, hanno proseguito nel consumare acqua carica di batteri.
Una serie di passaggi che partono dall’agenzia dell’ambiente Arpa Lazio che effettua le analisi e comunicai ad Asl, che comunica a Talete e infine al Comune.
“Nella consulta dei sindaci ATO (ambiti territoriali ottimali) sono stati chiariti diversi punti e definito una nuova modalità di comunicazione, più veloce, tra ARPA e ASL e tra ASL e Comune” dichiara la prima cittadina, addossando la colpa dei ritardi di trasmissione ai “protocolli informatici delle amministrazioni che, se nel weekend sono chiusi, ci informano dopo 2/3 giorni, E’ accaduto ormai troppe volte”.
La sindaca chiede inoltre alla Regione Lazio di fornire i laboratori Arpa di Viterbo dei macchinari idonei ad analizzare le acque.
“E’ inaccettabile che a Viterbo non ci sia un macchinario per l’analisi dell’arsenico e che ogni volta il campione debba andare a Roma e tornare“.
Riguardo alla serie di pec non inoltrate nel fine settimana dagli altri Enti alla sua amministrazione, ricordiamo che proprio il Comune di Viterbo pubblicò in data 5 settembre 2024 un’ordinanza di non potabilità datata 30 agosto, e ricevuta il 26 agosto, dando da bere, per quasi dieci giorni, ai viterbesi, acqua contaminata.
Dalla redazione abbiamo provato a contattarla per alcuni approfondimenti non ricevendo risposta.