“Ballano senza regole, mentre noi affondiamo”: l’urlo del SILB contro l’abusivismo nel Viterbese

Feste latine ovunque, licenze mai. Talucci (SILB): “Il sistema legale è sotto attacco e nessuno controlla”

VITERBO – C’è chi attende 40 giorni per una SCIA, chi spende migliaia di euro per garantire uscite di emergenza, estintori, security e SIAE. E poi c’è chi improvvisa una pista da ballo su una terrazza, incassa soldi al nero e se ne va indisturbato, senza alcuna autorizzazione. Nel silenzio delle istituzioni.

A denunciarlo con forza è Luca Talucci, presidente provinciale del SILB, il Sindacato Italiano Locali da Ballo. La sua è una vera e propria requisitoria contro un sistema che, mentre perseguita i locali in regola, lascia proliferare l’abusivismo. Sotto accusa, in particolare, il mondo delle feste latinoamericane, che – parole sue – “sono quelle meno avvezze al rispetto delle regole”.

“Si balla ovunque: a Montefiascone, a Vetralla, a Tuscania, perfino su terrazze sopra i ristoranti. Si paga un braccialetto che equivale a un biglietto, ma non c’è sicurezza, non c’è agibilità, non c’è licenza. È follia pura.” Talucci, da otto anni alla guida del SILB provinciale e da quattro anche a livello nazionale, non usa mezzi termini. “Il nostro settore è in agonia, ma non per colpa del Covid. Il vero virus è l’illegalità tollerata. Le autorità dovrebbero intervenire: Prefettura, Questura, Finanza, Polizie municipali. E invece? Tocca a noi segnalare, documentare, fare esposti.”

Un paradosso tutto italiano. Le discoteche vengono chiuse con l’articolo 100 del TULPS anche per risse avvenute a decine di metri di distanza, mentre chi organizza serate illegali sfugge a qualsiasi controllo. “Abbiamo locali in regola colpiti da provvedimenti pesantissimi. Ma intanto i furbetti ballano ogni weekend sotto gli occhi di tutti. E i sindaci? Rilasciano SCIA dopo un mese. Una lentezza che penalizza solo chi vuole lavorare legalmente.”

E poi c’è la truffa più grande: quella delle “cene con spettacolo”. “Arrivano nei ristoranti, promettono 100-200 persone, il gestore abbocca. Pagano la SIAE e pensano basti. Ma dopo cena parte la musica, parte il ballo. E lì scatta l’abuso. Serve una licenza da ballo, servono requisiti di sicurezza. Senza quei requisiti, è pericoloso, oltre che illegale.” Secondo Talucci, la responsabilità non è solo degli organizzatori, ma anche delle istituzioni che fingono di non vedere. “Sui social è tutto pubblicizzato, addirittura con pagine sponsorizzate. Se lo vediamo noi, lo devono vedere anche loro.”

Per questo, il SILB è pronto a passare alle maniere forti: se le autorità locali continueranno a ignorare la situazione, si valuterà un esposto formale alla Procura della Repubblica. “Lo faremo perché se lo sappiamo noi, lo sanno anche loro. E se lo ignorano, allora dovranno rispondere nelle sedi opportune. È una questione di giustizia e di tutela per un intero settore che lavora in regola.” I legali del sindacato sono già attivi da tempo sul fronte della lotta all’abusivismo e hanno già depositato in passato esposti che, in più di un caso, hanno avuto buon esito. “Ma questo è un lavoro che dovrebbe spettare alle autorità competenti. È loro il compito di garantire legalità, sicurezza e rispetto delle norme.”

Il danno economico è enorme. “L’abusivismo fattura quanto tutto il comparto legale. Noi paghiamo LEA, SIAE, DJ regolari, steward, strutture a norma. Loro no. E il risultato è che chi fa le cose in regola rischia di chiudere.” Se non si interviene subito, il settore rischia il collasso. “Chi balla nei locali abusivi rischia la vita. Non vogliamo un nuovo caso Ancona. Prevenire è un dovere, ma sembra che qualcuno aspetti la tragedia per muoversi.”

Il sindacato si dice pronto ad affiancare chi vuole mettersi in regola, offrendo consulenze e supporto tecnico. Ma al contempo, chiede una svolta netta e immediata. “Vogliamo controlli, vogliamo giustizia, vogliamo legalità. E vogliamo che l’articolo 68 ex 69 del TULPS venga applicato a chi organizza questi eventi abusivi.”

La denuncia di Talucci è l’ennesimo grido d’allarme di un comparto che si sente soffocato dalla burocrazia e tradito dallo Stato. Un comparto dove chi rispetta le regole è trattato da criminale, mentre chi evade, abusa e rischia vite umane viene ancora troppo ignorato. “Siamo stufi – conclude il rappresentante SILB – Non si può continuare così. Le regole ci sono: devono valere per tutti, non solo per noi.”