Frosinone, 30enne si suicida in carcere, Anastasìa: “Ucciso dalla solitudine”

La morte dopo tre giorni di agonia

FROSINONE – Un giovane di trenta anni detenuto a Frosinone e che venerdì scorso aveva tentato il suicidio e deceduto dopo tre giorni di agonia, il suo corpo si è spento nell’ospedale dove era stato trasportato con urgenza.

A darne la notizia, il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, che ha ricordato come la tragedia di oggi sia la seconda del 2025 nella casa circondariale di Frosinone: lo scorso 19 febbraio a togliersi la vita era stato un uomo di 52 anni proprio mentre Anastasia si trovava nella stessa struttura, in riunione con la dirigenza Asl e la direzione dell’istituto.

“Siamo andati in sezione – ricorda il Garante – abbiamo incontrato i compagni di stanza, attoniti e sconvolti: uno era a scuola, l’altro a colloquio, mentre Andrea si toglieva la vita”.

Il suicida di oggi era stato condannato in via definitiva per un cumulo di reati minori: “Arrivato da Rebibbia a dicembre – spiega Anastasia – non aveva alcun rapporto con l’esterno. La solitudine uccide, in carcere più che fuori, e il carcere non ce la fa a mettere le pezze a un mondo a rovescio, in cui la giustizia penale è soffocata dalla marginalità che merita altre risposte e altre politiche pubbliche”.

Secondo il dossier di Ristretti Orizzonti, quest’anno i suicidi nelle carceri italiane sono stati 41, ai quali si devono aggiungere altri 33 decessi da accertare.

A fine giugno nel Lazio il tasso di affollamento era del 148% e in tutta Italia del 134%.