Monterotondo, elisoccorso costretto a volare per 20 minuti senza poter atterrare: l’eliporto è diventato un parcheggio

Ad un chilometro di distanza c’è Fonte di Papa, la più grande base privata in grado di far atterrare decine di elicotteri ma è stata ignorata

MONTEROTONDO (RM) – Sorvola la città per oltre venti minuti, nel cuore della notte, alla disperata ricerca di un luogo dove poter atterrare. Non è la scena di un film, ma quanto accaduto all’elicottero del 118 accorso in aiuto di Anita, una bambina oncologica in condizioni gravissime.

La ragione? L’eliporto accanto all’ospedale non esiste più. È stato sacrificato sull’altare del cemento e delle auto: ora è un parcheggio. E a breve sarà pure un multipiano.

Sì, proprio così. In una città di oltre 41mila abitanti, l’unico punto sicuro per gli atterraggi d’emergenza è stato eliminato senza troppi scrupoli. E venerdì sera, quando serviva davvero, non c’era. Risultato? L’elicottero ha dovuto planare, alla bell’e meglio, su un’area verde vicino via Lampedusa, in pieno centro abitato, tra mille difficoltà logistiche e con il fiato sospeso di un’intera comunità.

Ambulanze, carabinieri, polizia locale: tutti mobilitati per rimediare all’assenza di un’infrastruttura basilare per l’emergenza. Ma i danni erano già stati fatti. E no, non parliamo solo di quelli causati dall’atterraggio nel piazzale del supermercato Pam – dove le pale dell’elicottero hanno strappato tende, danneggiato balconi e rovesciato motorini – ma del danno più grande: quei venti minuti in volo che, in sanità, possono fare la differenza tra la vita e la morte.

A denunciare l’assurdità della situazione è l’associazione di volontariato “Safe”, che ha lanciato una petizione per chiedere conto di quello che, a detta di molti cittadini, è un vero e proprio scandalo istituzionale. “L’eliporto c’era – spiegano – ma è stato dismesso perché ‘non a norma’. Invece di sistemarlo, come sarebbe logico fare in un Paese civile, lo hanno fatto sparire. E al suo posto? Un bel parcheggio. Che ora diventerà un multipiano. È sempre la solita storia: quando c’è da costruire cemento, non si guarda in faccia a nessuno. Quando serve salvare vite, all’improvviso scopriamo di non avere le strutture”.

E non è finita qui. Perché a pochi minuti da Monterotondo, a Fonte di Papa, c’è una base con ben sei piazzole di atterraggio, perfettamente utilizzabili. Ma l’azienda incaricata del servizio di eliambulanza ha pensato bene di ignorarla. Perché? Silenzio. Nessuna risposta. Nessuna spiegazione.

Nel frattempo Anita è ricoverata in terapia intensiva al Bambino Gesù. E anche se nessuno ha il diritto di dire se quei minuti avrebbero cambiato il corso degli eventi, resta un dato: quelle condizioni non sono accettabili. Né per lei, né per nessun altro cittadino.

Intanto la petizione ha superato le 200 firme e rimbalza sui social a ritmo crescente. Perché la verità è semplice: un eliporto funzionante non è un lusso, è una necessità. Monterotondo non ha un ospedale d’urgenza, solo un pronto soccorso. E se neanche l’elisoccorso riesce ad atterrare, allora non siamo solo impreparati. Siamo colpevolmente indifferenti.