VITERBO – Ombre Festival si è chiuso con un colpo di scena più politico che culturale. L’attesa presenza del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, si è trasformata – forse suo malgrado – in un atto simbolico: il governatore arriva a raccontare la sua esperienza nella Croce Rossa, ma trova il Comune “deserto”, almeno sul piano istituzionale.
Nessuna traccia della sindaca Chiara Frontini, nessun segnale da Alessandro Romoli, presidente della Provincia e uomo di riferimento di Forza Italia. Né si è vista alcuna rappresentanza significativa degli azzurri in Regione.
Un’assenza che pesa, e che – letta insieme alla votazione favorevole all’assestamento di bilancio da parte del consigliere Elpidio Micci (FI) – racconta molto di più di quanto si voglia ammettere pubblicamente.
Il centrodestra a Viterbo si spacca visibilmente, mentre prende forma un nuovo asse di potere: da un lato il Partito Democratico, dall’altro la rete civica di Chiara Frontini, e al centro un gruppo azzurro guidato da Romoli e Purchiaroni sempre più orientato verso sinistra, o perlomeno verso una forma di co-gestione politica.
Micci, dal canto suo, prova a mettere le mani avanti: “Il mio sì è sul provvedimento, non sono passato in maggioranza”. Ma l’appoggio a un documento strategico come l’assestamento – che disegna le priorità politiche dell’amministrazione – è un atto ben più profondo di una semplice adesione tecnica. E non arriva in solitaria: è condiviso dal nuovo gruppo azzurro e accompagnato da un’apertura a “ragionare in futuro sull’azione amministrativa”. Il linguaggio è prudente, ma la direzione è inequivocabile.
Non tutti però seguono la stessa linea: Giulio Marini, altro volto storico di Forza Italia, si esprime contro, mantenendo il no dell’opposizione. Ma è una posizione sempre più isolata in un partito diviso tra chi vuole mantenere una linea coerentemente alternativa e chi, invece, sembra orientato a consolidare un patto di non belligeranza – o forse qualcosa di più – con la sindaca.
Nel frattempo, dal Pd arrivano segnali di collaborazione con l’approvazione di alcuni emendamenti, come quello presentato da Francesca Sanna per l’Università della Tuscia. Anche qui, un gesto che va oltre la ritualità: le opposizioni, di solito, non portano a casa emendamenti su documenti di programmazione, a meno che non ci sia un dialogo reale in corso.
A smascherare la tensione sotterranea ci ha pensato Luisa Ciambella, che ha criticato duramente Frontini per aver diffuso una nota stampa nel pieno del dibattito consiliare, prima ancora dell’approvazione del bilancio. “Un atto demagogico – ha detto – e irrispettoso nei confronti della minoranza e dei commissari”.
Quel che è certo è che a Viterbo sta cambiando tutto: i confini tra maggioranza e opposizione si fanno sempre più sfumati, il centrodestra perde coesione, e Chiara Frontini consolida il suo ruolo di baricentro politico, anche grazie a una gestione abile e disinvolta dei rapporti trasversali. Il “nuovo corso” – sinistrorso o semplicemente opportunista – è già in cammino. E chi non si adegua, rischia di restare ai margini.