Le Fiamme gialle stavano cercando documenti legati ad un altro episodio che riguardava un socio del commerciante, anche questo viterbese ma con l’attività (oggetto dell’indagine) che operava a Terni
VITERBO – Un sequestro inatteso quanto clamoroso quello messo a segno dalla Guardia di Finanza di Viterbo alla fine di luglio. I militari, impegnati in un’attività di perquisizione legata a un altro procedimento giudiziario, si sono imbattuti in un vero e proprio tesoro in contanti: 688.000 euro custoditi in mazzette ordinate all’interno di una cassetta di sicurezza bancaria.
Il blitz, coordinato dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi, è scattato nell’ambito di un’indagine legata a un filone nato da un’operazione condotta lo scorso anno a Terni. Al centro di quella vicenda vi era un socio del commerciante viterbese (anch’esso di Viterbo) oggi finito sotto la lente degli investigatori.
Le Fiamme Gialle, su delega della Procura della Repubblica di Viterbo, hanno passato al setaccio le proprietà, i conti correnti e le cassette di sicurezza dell’imprenditore, noto in città per la sua attività commerciale. È stato proprio in una banca del centro che i finanzieri si sono imbattuti nel maxi gruzzolo di banconote, di vari tagli, accatastate ordinatamente.
Un ritrovamento che ha colto di sorpresa gli stessi investigatori, i quali stavano cercando tutt’altro: documentazione contabile e societaria legata all’inchiesta originaria. Invece si sono trovati davanti a una somma di denaro così ingente da far scattare l’immediato sequestro preventivo, ipotizzando i reati di riciclaggio e autoriciclaggio.
Indagini in corso sulla provenienza del denaro
Ora gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire la tracciabilità e la provenienza dei 688mila euro. Gli investigatori vogliono capire se il denaro abbia un’origine illecita, se sia frutto di attività in nero o se sia stato utilizzato per ripulire proventi derivanti da altre operazioni sospette.
In parallelo, la Procura valuterà la possibilità di procedere con un’eventuale confisca definitiva, una volta chiariti gli aspetti patrimoniali e societari legati al titolare del denaro.
Al momento, nessuna misura cautelare sarebbe stata emessa, ma l’inchiesta è solo all’inizio e potrebbe estendersi anche ad altri soggetti.
Un’indagine che si allarga
L’episodio si inserisce in un quadro investigativo più ampio che coinvolge diversi soggetti tra Viterbo e Terni, con al centro movimenti finanziari sospetti e rapporti societari da chiarire. Secondo fonti vicine all’inchiesta, la scoperta del denaro potrebbe aprire nuovi scenari e rilanciare l’attività investigativa in direzioni finora inesplorate.
Nel frattempo, il commerciante viterbese resta indagato a piede libero, in attesa di ulteriori sviluppi.