VITERBO – Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Viterbo, nell’ambito di un’indagine delegata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha smantellato un complesso sistema fraudolento attivo nel settore della grande distribuzione organizzata.
L’inchiesta, conclusa nei giorni scorsi, ha portato all’emissione di misure cautelari personali e patrimoniali da parte del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, eseguite sotto la direzione della magistratura romana.
Il sistema fraudolento: società fittizie e appalti simulati
Al centro dell’indagine un nucleo familiare che, attraverso una rete di società operative, logistiche e immobiliari, metteva in atto un articolato schema illecito. Il meccanismo prevedeva il ricorso a falsi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, violando le normative di settore. Tali società emettevano e utilizzavano fatture per operazioni inesistenti, eludendo il pagamento dell’IVA, delle ritenute fiscali e degli oneri previdenziali e assistenziali.
Un sistema studiato per ridurre artificialmente i costi d’impresa, creando concorrenza sleale nei confronti delle aziende oneste, e permettendo di offrire prezzi più bassi non grazie a una migliore organizzazione, ma a un modello economico basato sull’evasione e sull’irregolarità.
Le misure eseguite: arresti, sequestri e interdizioni
Il provvedimento giudiziario ha portato:
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all’esecuzione di 5 misure cautelari personali, tra cui:
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3 imprenditori sottoposti agli arresti domiciliari,
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2 professionisti colpiti da interdizione dalla professione per un anno;
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al sequestro di oltre 7 milioni di euro tra disponibilità finanziarie e beni patrimoniali, riconducibili a 21 società e 22 persone fisiche;
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al sequestro di 13 compendi aziendali, tra cui supermercati e società immobiliari attive su Roma e provincia, affidati a un amministratore giudiziario per garantirne la continuità operativa;
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al sequestro di 36 immobili, quote societarie, 17 orologi di lusso e un’autovettura.
Un danno per l’economia sana
L’operazione rappresenta un ulteriore tassello nell’attività di contrasto della Guardia di Finanza alle frodi fiscali e al fenomeno dell’illecita somministrazione di manodopera, pratiche che danneggiano non solo l’erario, ma anche la concorrenza leale tra imprese.
“Evadere le imposte e i contributi – si legge nella nota delle Fiamme Gialle – significa sottrarsi alle regole del mercato, a danno degli operatori onesti e del sistema Paese. È nostro compito agire contro chi adotta simili pratiche, alterando l’equilibrio economico e falsando la competizione.”
Si ricorda che, come previsto dalla normativa vigente, le persone sottoposte a indagine sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza definitiva.