Cani anziani e convalescenti: come garantire comfort e prevenire i problemi da immobilità

Accudire un cane che entra nella terza età o che affronta un periodo di convalescenza dopo un intervento o una malattia è uno degli atti d’amore più profondi che un proprietario possa compiere. Le corse sfrenate lasciano il posto a passeggiate più lente, i giochi esuberanti si trasformano in momenti di quiete e coccole. In questa fase della vita, il nostro ruolo si evolve: diventiamo custodi del loro comfort, attenti a ogni piccolo segnale, con l’obiettivo di garantire la più alta qualità di vita possibile. La sfida principale, soprattutto quando la mobilità si riduce, è prevenire le complicazioni che possono derivare da una prolungata inattività.

L’immobilità, infatti, non significa solo che il cane si muove meno; è una condizione che innesca una serie di problematiche a cascata. La perdita di massa muscolare (atrofia), l’irrigidimento delle articolazioni e le difficoltà digestive sono tra le prime conseguenze. Tuttavia, uno dei rischi più subdoli e dolorosi legati alla permanenza prolungata nella stessa posizione è la formazione di lesioni cutanee da pressione. Queste ferite, note come piaghe da decubito (tema che può essere approfondito su Rimosvet.com), si sviluppano nei punti in cui le ossa sporgono maggiormente. Prevenire è, ancora una volta, la strategia più efficace.

Creare un ambiente a prova di comfort

Il primo passo per prevenire i problemi da immobilità è modificare l’ambiente domestico. Il luogo dove il cane riposa assume un’importanza cruciale. È fondamentale scegliere una cuccia o un materassino ortopedico, preferibilmente in memory foam, che sia in grado di distribuire il peso del corpo in modo uniforme, riducendo la pressione sui punti critici come gomiti, anche e garretti. La superficie deve essere sempre pulita e asciutta; l’umidità, infatti, macera la pelle e la rende più vulnerabile.

Anche i pavimenti giocano un loro ruolo. Superfici lisce e scivolose possono rendere difficili gli spostamenti e aumentare il rischio di cadute. Posizionare tappeti antiscivolo o passatoie lungo i percorsi più battuti dal cane (dalla cuccia alla ciotola, ad esempio) può fornirgli maggiore sicurezza e stabilità, incentivandolo a muoversi. Per i cani con difficoltà ad alzarsi, può essere utile considerare rampe per salire sul divano o in macchina e ciotole rialzate per non affaticare il collo e le spalle.

La gestione attiva: igiene e mobilizzazione

Per un cane che non è in grado di cambiare posizione autonomamente, l’intervento del proprietario è vitale. È necessario aiutarlo a spostarsi da un fianco all’altro ogni 2-4 ore. Questa semplice azione riattiva la circolazione sanguigna nelle aree compresse e previene l’insorgenza delle lesioni cutanee. Durante questi cambi, è importante ispezionare la pelle, controllando che non ci siano arrossamenti, perdita di pelo o assottigliamenti cutanei, i primi campanelli d’allarme delle piaghe da decubito.

L’igiene è altrettanto fondamentale. Se il cane soffre di incontinenza, bisogna pulirlo e asciugarlo immediatamente per evitare che l’urina irriti la pelle. Esistono traverse assorbenti e pannolini specifici che possono aiutare a gestire la situazione. Mantenere il pelo pulito e ben spazzolato, inoltre, favorisce la traspirazione della pelle e permette di monitorarne meglio le condizioni.

Stimoli per il corpo e per la mente

Anche se il movimento è ridotto, non deve essere assente. Compatibilmente con le indicazioni del veterinario, è importante incoraggiare brevi e lente passeggiate su terreni morbidi, come un prato. Per i cani che non possono camminare, esercizi di mobilizzazione passiva degli arti, eseguiti con delicatezza, aiutano a mantenere la flessibilità articolare. Ma non bisogna dimenticare la mente. L’immobilità può portare a noia, depressione e ansia. Fornire stimoli mentali attraverso giochi di fiuto, puzzle game a bassa difficoltà o semplicemente passare del tempo accanto a lui, leggendo o parlandogli con voce calma, lo aiuta a sentirsi ancora parte attiva del nucleo familiare. Prendersi cura di un cane in questa fase è un impegno, ma è anche un’opportunità unica per restituire, con la delicatezza e la pazienza, una parte dell’amore incondizionato che ci ha donato per tutta la vita.