TARQUINIA – «Il nostro ospedale non può essere depotenziato». È l’appello lanciato dall’ex sindaco Mauro Mazzola, che torna a puntare i riflettori sulla situazione del presidio sanitario cittadino dopo l’ultimo Consiglio comunale.
«Negli ultimi anni – denuncia Mazzola – abbiamo assistito a un progressivo indebolimento della struttura, giustificato da frasi come “la sanità è cambiata” o “mancano medici e infermieri perché l’ospedale non è attrattivo”. Ma i cittadini queste spiegazioni non le comprendono: quello che vedono è la crescente difficoltà a curarsi».
Attualmente il Piano regionale assegna a Tarquinia 74 posti letto ordinari, 13 in day hospital, un Pronto soccorso, laboratorio analisi, radiologia, medicina generale, chirurgia e ortopedia. Tutti reparti classificati come UOSD, ovvero strutture semplici, senza la figura del primario. «E qui sta la differenza – osserva Mazzola –. Senza reparti complessi (UOC) l’ospedale non è attrattivo per i professionisti, e i pazienti finiscono per essere trasferiti a Viterbo o Civitavecchia. Basterebbero due posti di terapia intensiva per renderlo competitivo e dare respiro a tutto il sistema».
Un depotenziamento che, secondo l’ex sindaco, pesa anche sulle famiglie, costrette a lunghi e costosi spostamenti per assistere i propri cari. «Non è il cittadino che deve viaggiare – sottolinea – ma la sanità che deve andare incontro alle esigenze del malato».
Mazzola chiede dunque al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, un impegno concreto: «Tarquinia non può essere considerata solo in funzione elettorale. Occorre restituire all’ospedale reparti complessi e autonomia, come previsto in passato. Nel prossimo Piano aziendale deve essere inserita la dicitura “Reparto complesso” per tutte le unità».
L’ex sindaco ringrazia il Comitato Insieme per l’Ospedale per l’impegno costante, ma avverte: «Serve cambiare strategia, altrimenti i vertici regionali e aziendali non capiranno mai di cosa hanno davvero bisogno i cittadini».
Infine, l’appello all’unità del territorio: «Invito i sindaci e i consiglieri regionali del comprensorio a unirsi per una mobilitazione civile e determinata. L’ospedale di Tarquinia deve restare un punto di riferimento per la sanità del nostro territorio. Basta far decidere chi considera la salute solo una voce di bilancio».