Carlo e Pier, i due giovani Santi che affascinano la Generazione Z: i loro miracoli

ROMA –  Chi sono Carlo e Pier, i due giovanissimi Santi del secolo, tanto amati proprio dai loro coetanei. Un segnale forte la loro santificazione, indirizzata proprio alla Gen Z , quella nate in piena rivoluzione digitale, a cui Papa Leone XIV ha implorato di: “Non sciupare la vita”, e che oggi hanno due esempi che hanno fatto di modernità e carità il loro stile di vita, due ragazzi come loro, con gli stessi interessi, che hanno scelto anche Dio e gli ultimi.

Carlo vive a Milano, nelle materie umanistiche è ok, ma la matematica gli sta qua. Alle medie per evitare l’interrogazione un giorno si nasconde col compagno nell’armadietto della classe, si becca pure una nota. A Carlo piace giocare alla Play. Un’ora ogni tanto. Quando la madre gli dà i soldi per le scarpe nuove, li spende sicuro per comprare il sacco a pelo a un senza tetto. Carlo è figlio unico amatissimo. Nasce col desiderio della fede, che i genitori praticano zero da anni. È lui a portarli per chiese, a fare domande sui santi. La mamma deve mettersi a studiare per trovare risposte al figlio. Carlo è il raccogli confidenze di mezza classe. Ha a cuore il suo compagno quello un po’ bullizzato che nessuno se lo fila. Lo difende lui. La sua famiglia è benestante ma indossa sempre gli stessi vestiti, pochi cambi, c’è gente che tiene più bisogno, dice.
Carlo muore a 15 anni, il suo corpo è custodito ad Assisi.
Pier fuma la pipa. I soldi che gli passa il padre (pochi) servono anche per quello. Ma se per strada incontra un poveretto gli lascia quello che ha in tasca e ci rinuncia.
Pier in famiglia riceve una fede tiepida. A casa i genitori litigano tra loro. Ne soffre da matti, fa squadra con la sorella per sentirsi meno solo. Suo padre Alfredo, editore giornalista politico, non lo stima affatto. Tutte quelle perdite di tempo coi poveri, con la chiesa, lo studio che zoppica. Lo tratta da fallito. Questa cosa ferisce suo figlio, forte, dentro.

Pier ha un sacco di amici, insieme fanno gruppo festa passeggiate in montagna, sono la compagnia dei Tipi Loschi. Ragazzi bravi della Torino bene a cui piace scherzare tanto. Non vivono da ricchi, ma vivono il Vangelo per davvero.

Pier Giorgio muore a 24 anni.

Muoiono entrambi per malattia fulminante.

Ai loro funerali una mare di gente, soprattutto emarginati che avevano ricevuto la loro amicizia di cui anche le famiglie erano ignare.

I miracoli

Sono due le guarigioni riconosciute dalla Chiesa  attribuite a Carlo Acutis che ne hanno permesso la canonizzazione.

Il primo miracolo avvenne a Campo Grande, la capitale del Mato Grosso, in Brasile, nel 2010, quattro anni dopo la morte di Carlo per leucemia mieloide acuta. A Campo Grande viveva Matheus Vianna, un bimbo di 3 anni nato con una rara malformazione congenita al pancreas (pancreas anulare), che causa gravi problemi digestivi. «Era una tortura – aveva raccontato la nonna, Solange Maria do Prado Lins Vianna, ai media brasiliani – Aveva una polmonite grave perché vomitava continuamente. A due anni pesava solo nove chili ed era costantemente ricoverato in ospedale. Eravamo disperati». I medici avevano detto che sarebbe stata necessaria un’operazione, ma la famiglia non poteva permettersela. Restava la fede.

In una chiesa della zona era stata esposta in quel periodo un reliquia di Carlo Acutis, una sua camicia. Il piccolo, accompagnato dalla nonna, davanti alla reliquia espresse un desiderio: «Chiese di smettere di vomitare, camminava, infatti, sempre con in mano con un piccolo asciugamano perché vomitava molto», ricorda il parroco, Marcelo Tenório, incaricato di avvisare Roma del miracolo. Quando tornò a casa, riuscì a mangiare qualcosa senza vomitare e senza accusare malesseri. E così anche nei giorni successivi. 

Agli esami medici successivi risultò che l’anomalia stava scomparendo, il pancreas si stava «rigenerando» nel modo corretto. Oggi Matheus sta bene, è uno studente, vive la vita di ogni adolescente. È stato proprio in Brasile, nello Stato di San Paolo, che è stata dedicata per la prima volta nel mondo una parrocchia all’ (allora) beato Carlo Acutis: si tratta della parrocchia universitaria a Santo Amaro. La guarigione di Matheus, «istantanea, completa e duratura», fu analizzata dalla Consulta Medica della Congregazione delle cause dei santi ed è stata ritenuta inspiegabile per la scienza. Questo episodio aprì la strada alla beatificazione di Carlo, avvenuta nel 2020 e primo passo verso gli altari.

È nel 2022, invece, che l’intercessione del patrono del web permette un’altra guarigione inspiegabile. Nella notte del 2 luglio, Valeria Valverde, 21 anni, studentessa costaricana, è a Firenze e cade da una bici elettrica mentre percorre via Tornabuoni. Sbatte violentemente il capo contro il marciapiede e viene trasportata d’urgenza all’ospedale Careggi dove viene sottoposta a una craniotomia per ridurre la pressione intracranica. La giovane è in coma, la situazione è critica, Valeria potrebbe risvegliarsi, ma si prospettano gravi lesioni cerebrali.

Sua mamma Liliana, che le è sempre accanto, 8 giorni dopo decide di lasciare il capezzale della figlia per andare a pregare ad Assisi, sulla tomba di Carlo. Resta lì per quattro ore, se ne va solo quando la chiesa deve chiudere. In serata, i medici la avvertono che sua figlia mostra un miglioramento repentino: ha cominciato a respirare spontaneamente. Nei giorni successivi, la giovane risponde positivamente ai trattamenti medici, si sottopone a una nuova operazione neurochirurgiche per la rimozione di un osso. Oggi sta bene e ha scelto di vivere a Milano, vicino alla chiesa di Santa Maria Segreta, frequentata da Carlo. «Va a messa, lo ricorda con tanto amore e affetto, come un fratello, una persona straordinaria che l’ha guarita e ha interceduto per lei con Dio» ha detto la mamma Liliana al Giorno. Valeria ha completato gli studi e oggi lavora nell’ambito della moda.

Il miracolo approvato

Il miracolo riconosciuto dal Santo Padre riguarda la guarigione di un seminarista dell’Arcidiocesi di Los Angeles, recentemente ordinato sacerdote nel giugno 2023. Monsignor Robert Sarno, già ufficiale del Dicastero delle Cause dei Santi, ha spiegato che il giovane aveva subito un grave danno al tendine d’Achille durante una partita di basket. Dopo una risonanza magnetica, il medico aveva consigliato un intervento da un ortopedico.

Sarno ha raccontato che il seminarista, profondamente turbato, iniziò una novena a Pier Giorgio Frassati il 1° novembre. A metà novena, mentre pregava in cappella, sentì un calore intenso alla caviglia. Una settimana dopo, l’ortopedico, dopo aver esaminato i referti e condotto un’indagine clinica, disse: “Devi avere qualcuno in cielo che ti vuole bene.” La guarigione, immediata e completa, è stata verificata attraverso un’inchiesta diocesana e dal Dicastero delle Cause dei Santi.