FROSINONE – È una vera e propria emorragia politica quella che sta travolgendo Forza Italia nella provincia di Frosinone. Dopo settimane di tensioni interne, Samuel Battaglini, consigliere nazionale ANCI e vicepresidente nazionale uscente di ANCI Giovani, ha annunciato il suo addio al partito insieme a un gruppo consistente di amministratori, dirigenti e giovani militanti.
Una rottura profonda, maturata – come spiega lo stesso Battaglini in un lungo e durissimo comunicato – dopo mesi di “soprusi, umiliazioni e gestione antidemocratica” da parte dei vertici provinciali del partito.
«Forza Italia è stata per anni una seconda casa – scrive Battaglini – ma abbiamo dovuto accettare che non esistono più le condizioni per proseguire in una casa che non è più quella che ci ha fatto battere il cuore». Il riferimento diretto è alla gestione del partito da parte di Rossella Chiusaroli, accusata di aver portato Forza Italia “all’inconsistenza nelle dinamiche politiche provinciali”. Battaglini ricorda come la Chiusaroli sia “nota principalmente per aver fatto cadere l’amministrazione di centrodestra a Cassino e per aver tentato di fare lo stesso con quella di Frosinone”, e denuncia un partito ormai “ostaggio di pochi intimi” e “illiberale”.
Nel comunicato, Battaglini ricostruisce punto per punto le vicende che hanno portato alla frattura: la revoca del ruolo di responsabile dell’organizzazione provinciale, la richiesta “infamante” di espulsione dal partito, e una lunga serie di esclusioni e commissariamenti locali che avrebbero colpito molti amministratori storici. «Solo nell’ultimo anno – denuncia – sono stati messi in condizione di andarsene o di non ritesserarsi i consiglieri di Monte San Giovanni Campano, Veroli, Alatri, Sora, Ceccano, nel silenzio generale».
Nemmeno la spinta di rinnovamento promessa dal leader nazionale Antonio Tajani con i congressi comunali è bastata a ricucire le fratture. Anzi, secondo Battaglini, «nei comuni dove siamo risultati gli unici ad aver sottoscritto le tessere, i congressi non si sono svolti».
Il caso più emblematico, denuncia, sarebbe quello di Sora, dove “per sovvertire il risultato della base si sono dovuti recare al voto tre parlamentari, il cui voto ponderato ha permesso l’elezione di un nuovo iscritto, residente in un altro comune e candidato alle regionali con Zingaretti”.
A Frosinone città, Forza Italia si sarebbe spinta fino a “mettere alla porta l’assessore Adriano Piacentini, tesserato dal 1994”, decidendo di collocarsi “all’opposizione del governo di centrodestra”. Una scelta che, per Battaglini e i suoi, rappresenta “il disastro totale” e la conferma di una linea “suicida” e incomprensibile. «Non vogliamo renderci complici di questa deriva – sottolinea –. Mi spiace solo che con il senatore Fazzone non sia stato possibile ricucire incomprensioni diventate voragini».
Nonostante la rottura, Battaglini ha voluto esprimere gratitudine verso Maurizio Gasparri e Simone Leoni, rispettivamente senatore e coordinatore nazionale del movimento giovanile di Forza Italia, per “la loro amicizia e il loro immancabile supporto anche in questo difficile momento”.
Insieme a Battaglini, hanno annunciato l’abbandono di Forza Italia:
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Federico Marrocco (consigliere Patrica)
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Rossana Antonucci (consigliere Patrica)
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Samuela Rossi (FIG Patrica)
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Alberto Ruscito (FIG Aquino)
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Lorenzo D’Aguanno (FIG Villa Santa Lucia)
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Vincenzo Parisi (Ceccano)
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Andrea Mastrantoni (Boville Ernica)
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Guido Noce (Torrice)
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Francesca Fioretti (consigliere Strangolagalli)
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Alessandro Sebastiani (assessore Villa Santo Stefano)
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Luigi Cicciarelli (Villa Santo Stefano)
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Francesco Motameni (Guarcino)
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Norberto Masi (FIG Frosinone – vice provinciale)
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Denny Sebastiani (Giuliano di Roma)
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Giorgio Russo (FIG – responsabile comunicazione)
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Matteo Piscitelli (FIG Frosinone)
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Marco Colandrea (Vallecorsa)
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Giancarlo Cinelli (Monte San Giovanni Campano)
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Paolo Sardellitti (Isola del Liri)
L’uscita coordinata di questo gruppo, composto da esponenti di ogni fascia d’età e livello territoriale, rappresenta una crisi senza precedenti per Forza Italia nel Frusinate. Un segnale di profondo malessere e di rottura politica e umana che lascia il partito azzurro in una posizione estremamente fragile alla vigilia delle prossime scadenze elettorali.