L’amministrazione Sposetti, sempre più prigioniera di sé stessa e del suo perbenismo forzato, è costretta a voltarsi dall’altra parte per “non fare male a nessuno”. Il tutto a dispetto di chi paga i parcheggi e rispetta le regole
TARQUINIA – Da “Tarquinia libera” a “Tarquinia selvaggia” il passo, purtroppo, è stato breve.
L’ennesimo sfregio del “nuovo” Comune ai cittadini si consuma ogni sera con il suo apice nei weekend.
Dopo numerose segnalazioni di residenti e visitatori abbiamo voluto verificare di persona nella serata di ieri, venerdì 24 ottobre, e il risultato è stato spettacolo indecoroso. Degno di una città allo sbando.
Dalle 21 in poi, piazza Giacomo Matteotti (la storica piazza del Comune) si trasforma in un parcheggio selvaggio a cielo aperto. Auto ovunque: davanti all’anagrafe, davanti all’ingresso principale del palazzo comunale, attorno alla splendida fontana monumentale del XVIII secolo e perfino ai lati del ristorante Ambaradam.
Un caos inaccettabile, che si ripete ogni notte sotto gli occhi di tutti, in barba ai divieti e al più elementare senso civico.
E mentre i cittadini rispettosi delle regole pagano i parcheggi o cercano posto lontano dal centro, chi trasgredisce trova in piazza la propria zona franca. Il tutto con la complicità silenziosa del Comune che dovrebbe vigilare e invece ha scelto di non sanzionare più nessuno.
È l’ennesima prova di una giunta targata Sposetti ormai prigioniera di se stessa: tra strette di mano, perbenismo di facciata e amicizie da non scontentare, ha perso completamente il controllo della città.
Ogni decisione è piegata all’ipocrisia di non voler “fare male a nessuno”, con il risultato di penalizzare sempre i molti (i residenti e chi rispetta le regole) per tutelare i pochi che se ne infischiano. E ovviamente, va sottolineato, le forze dell’ordine non hanno alcuna colpa dal momento che quella di eliminare le multe è una scelta di indirizzo totalmente politico.
Il tutto per la gioia di chi, qualche anno fa, ha creduto nello slogan ormai grottesco di “Tarquinia libera”. Libera sì, ma solo di scivolare nel degrado.





