Rieti – Striscione di minacce contro i testimoni del raid: indaga la Digos. Caccia ad altri cinque ultrà coinvolti

RIETI – Clima di tensione nel capoluogo sabino dopo l’agguato al pullman dei tifosi del Pistoia. Nella notte, sui cancelli del PalaSojourner, è apparso uno striscione con la scritta: “Nascondetevi infami, sappiamo chi siete”. Un messaggio intimidatorio che, secondo gli inquirenti, sarebbe rivolto a chi tra gli ultrà della “Curva Terminillo” ha deciso di collaborare con le autorità e fornire testimonianze sull’episodio che domenica scorsa è costato la vita a Raffaele Marianella, 65 anni, secondo autista del bus colpito dai sassi lanciati dal gruppo di tifosi reatini.

Lo striscione, rimosso nelle prime ore del mattino, è ora al centro delle indagini della Digos, che sta analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona per risalire agli autori. L’episodio è stato duramente condannato dal sindaco Daniele Sinibaldi, che ha espresso “profondo sdegno” a nome della città.

Nel frattempo, prosegue l’inchiesta coordinata dalla Procura di Rieti. Finora sono stati arrestati Manuel Fortuna (31 anni), Alessandro Barberini (53) e Kevin Pellecchia (20), accusati di omicidio volontario in concorso e aggravato da futili motivi. Tuttavia, gli investigatori ritengono che sul terrapieno da cui è partita la sassaiola fossero presenti almeno cinque o sei persone in più. Le testimonianze raccolte e i riscontri video confermano infatti la presenza di altri soggetti non ancora identificati.

Le deposizioni, concordi solo in parte, hanno permesso di circoscrivere il gruppo di tifosi che domenica sera sarebbe partito dal palazzetto a bordo di più veicoli per dirigersi verso lo svincolo di Contigliano, dove è avvenuto l’agguato. Secondo gli inquirenti, Pellecchia sarebbe stato colui che ha scagliato il sasso più appuntito, quello che ha infranto il parabrezza e colpito mortalmente l’autista.

Gli arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al giudice, ma Fortuna ha rilasciato una dichiarazione spontanea in cui ha affermato di non aver avuto alcuna intenzione di provocare la morte della vittima. Intanto la polizia scientifica sta eseguendo gli esami sul frammento di pietra recuperato all’interno del bus, nella speranza di isolare tracce di Dna utili all’indagine.

La Procura resta cauta, ma non esclude nuovi sviluppi: nei prossimi giorni saranno nuovamente ascoltati i testimoni e i tifosi presenti sulla superstrada. La ricerca dei responsabili continua, mentre la città si prepara a dare l’ultimo saluto a Raffaele Marianella, il cui funerale si terrà martedì.