Ben 4.393 ettari a fuoco. Latina e Frosinone tra le province peggiori
ROMA – Durante l’annuale Forum Nazionale Foreste, Legambiente ha pubblicato il rapporto “Bioeconomia delle Foreste”: il Lazio risulta essere la sesta peggior regione per totale di superficie incendiata da inizio 2025, con un totale (al 15 ottobre), di 4.393 ettari incendiati; erano stati 5.248 quelli totali del 2024.
La regione, dove la copertura di bosco è di 620.000 ettari totali, vede le province di Latina e di Frosinone come le peggiori, entrambe tra le 20 province italiane con oltre 1.000 ettari a fuoco, quella di Latina è all’undicesimo posto nazionale con 2.809 ettari incendiati mentre a Frosinone si contano 1.289 ettari attraversati dalle fiamme.
“Regione e Comuni devo fare molto di più per la cura delle foreste del Lazio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – in chiave di contrasto agli incendi, passando inequivocabilmente da far rispettare le regole che vogliono lo stop a molte attività agro-silvo-pastorali e venatorie, nei perimetri attraversati dal fuoco negli anni precedenti: regole purtroppo spesso ridotte a carta straccia sui territori. E tanto ancora va fatto in chiave di certificazione forestale, come di tutela, perché per raggiungere gli obiettivi europei, facendo delle tantissime foreste del Lazio uno dei grandi strumenti di contrasto alla crisi climatica, con i servizi ecosistemici e di sviluppo sostenibile che il patrimonio forestale può garantire. Aumentare la quantità di parchi regionali e quindi territorio protetto, come anche garantirne una gestione forte e corretta, sono chiavi indispensabili per migliorare la qualità ambientale e lo sviluppo delle green economy nel Lazio”.
Di fronte agli obiettivi europei di tutela del 30% della superficie, oggi nel Lazio le aree naturali tutelate del Lazio coprono il 28% del territorio regionale, ma le aree protette, quelle prodotte ai sensi della L. 394/91 e della L.R. 29/97, coprono poco di più del 13% della regione: sono i siti della rete Natura 2000 (rete ecologica europea, formati dai SIC/ZSC secondo la Dir. 92/43/CEE “habitat” e dalle ZPS secondo la Dir. 2009/147/CE “uccelli”) a far aumentare la percentuale, coprendo il 23% del territorio, solo in parte sovrapponibile a quello di parchi e riserve e quindi per la stragrande maggioranza della superficie, ancora tutto da tutelare.
“Manca ancora tanta superficie da proteggere con parchi e riserve, basti pensare ai Monti Lepini in provincia di Latina, agli Ernici in quella di Frosinone, nei territori peraltro più colpiti costantemente dagli incendi boschivi, oppure ai Monti della Tolfa nel Viterbese, alla grande area del Lago di Bolsena, il più grande Lago vulcanico europeo e unico nel Lazio senza un parco, o alla vastissima area del Terminillo dove la creazione di un grande parco di montagna è indispensabile per garantire sviluppo sostenibile e tutela della biodiversità, soprattutto di fronte alla sfida del cambiamento climatico che sulla montagna del reatino non può che significare riconversione di una vocazione sciistica in fruizione turistica destagionalizzata e conservazione ecologica”.

