Si susseguono voci su cambi di casacca e altri assessori pronti a essere sostituiti. In realtà…
TARQUINIA – Che il sindaco della città tirrenica, Francesco Sposetti, fosse politicamente poco preparato è sembrato evidente fin dal primo giorno in cui si è insediato nell’antica sede comunale di Corneto.
Che sia mal consigliato è apparso evidente poche settimane dopo.
L’impressione del «lucida sedia» che aspetta solo di vedersi accreditare il corposo stipendio da primo cittadino lo ha confermato con la sua inerzia e inconcludenza amministrativa.
Pur trovandosi con un forte consenso e un’opposizione molto silente e garbata, ha trovato il modo di far sapere alla comunità che amministra che «È venuto meno il rapporto di fiducia tra il Sindaco e l’Assessore Monica Calzolari e tale situazione ha effetti negativi sull’attuazione del programma di mandato e sull’unità di indirizzo politico-amministrativo dell’Amministrazione».
Monica Calzolari, per chi non la conoscesse, era sì comunista in quota AVS–Sinistra Italiana (dei vari Bonelli–Fratoianni, ecc.), ma aveva un curriculum da far tremare i polsi a chi mastica un po’ di cultura nella città che ha dato i natali a Vincenzo Cardarelli.
L’ormai ex assessora è stata la direttrice dell’Archivio di Stato di Roma e archivista di Stato presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Una donna che ha avuto la fortuna di leggere e poter mettere le mani su documenti originali che hanno fatto la storia d’Italia.

L’Archivio di Stato di Roma conserva, in linea generale, la documentazione prodotta dalle magistrature centrali (e da alcune di ambito romano) attinenti al governo temporale dello Stato Pontificio, soprattutto a partire dalla metà del XV secolo; archivi di notai e di tribunali con giurisdizione romana; catasti e collezioni cartografiche; archivi di magistrature dei periodi giacobino e napoleonico negli Stati romani; archivi di corporazioni religiose, confraternite e ospedali; un fondo diplomatico costituito da circa 17.000 pergamene e numerosi archivi privati.
Troppo dinamica. Troppo colta. Troppe iniziative di livello. A Tarquinia bisogna volare basso. Avere abilità nel cambiare le lenti a un paio di occhiali o piantumare insalata verde nel nuovo orticello universitario. Certo, aveva pure lati assai bui dal nostro punto di vista, e cioè «lavorare» per Luca Bondi e Semi di Pace, quell’associazione che si è contraddistinta per cattiveria e livore nei confronti della precedente amministrazione con un’attività politica senza precedenti.
Ma tant’è che questa iniziativa dell’agronomo col tricolore ha riaperto ferite ancora fresche.
Come dimenticare gli strali lanciati contro il sindaco uscente Alessandro Giulivi nell’ultima campagna elettorale, perché aveva all’interno del Consiglio comunale persone che lavoravano per lui?
Ed ecco che, magicamente, la scomparsa (politica) di Monica Calzolari (accusata di essere, come Moscherini, «forestiera»), lascerà posto in Consiglio, tra i banchi della maggioranza, alla prima dei non eletti, cioè Sara Tonicchi, forte dei suoi 83 voti di preferenza.
Tarquinia è piccola e tutti conoscono la signora Tonicchi, che lavora part-time nel negozio dell’assessore Andrea Andreani. Ha anche un contratto part-time con il Comune di Tarquinia (che lascerà, ovviamente) come segretaria del sindaco Francesco Sposetti. Inoltre, ci dicono – ma speriamo non sia vero – che abbia anche una partita IVA come agricoltrice diretta, che le ha permesso di ottenere un lotto (30/40 ettari da coltivare) dall’Università Agraria di Tarquinia.
Dunque il simpatico Piero Rosati, consigliere comunale in quota AVS e a noi particolarmente simpatico seppur di idee politiche distanti anni luce, è stato messo ai margini della maggioranza, dove, in questo momento, respira con difficoltà anche l’assessore allo Sport Sandro Celli.
Anche quest’ultimo non aveva fatto i conti con il «Saettone» (soprannome etrusco del sindaco in carica) che, «scarpe grosse e cervello fino», vorrebbe – almeno così sono le chiacchiere nelle stanze della politica «sinistra» cittadina – emarginarlo o ridimensionarlo.
Il futuro politico di Sposetti è in mano adesso alla sua segretaria che, probabilmente, con una veste rinnovata, potrà continuare a svolgere il suo lavoro nel negozio dell’assessore Andreani e coltivare quei 30/40 ettari del lotto che, sommati a quelli del suocero, del marito e del cognato, messi insieme fanno un bel pezzettino di terra da far invidia a un latifondo.

