Dopo l’accaduto il primo cittadino sembra essere riuscito a farsi terra bruciata intorno a sé
TARQUINIA – Dura presa di posizione della sezione di Sinistra Italiana di Tarquinia dopo la decisione del sindaco Francesco Sposetti di revocare le deleghe all’assessora Monica Calzolari, espressione dell’Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) nella giunta comunale.
Il partito parla di una scelta “ingiustificata nel merito e politicamente miope nel metodo”, e accusa il primo cittadino di aver colpito “una delle poche voci autenticamente innovative dell’amministrazione”.
Secondo Sinistra Italiana, Calzolari avrebbe portato avanti in questi mesi “un progetto culturale di ampio respiro, capace di valorizzare Tarquinia come città d’arte, di memoria e di dialogo”, restituendo “dignità e visibilità al tessuto culturale cittadino” e costruendo legami con scuole, associazioni e realtà artistiche locali.
“Forse questo è stato il suo torto più grande – si legge nella nota – visto che la titolarità dell’assessorato alla cultura era in capo al primo cittadino?”.
Il partito interpreta la revoca come il segnale di una frattura politica interna alla maggioranza: “Una decisione tanto più grave perché non motivata da ragioni amministrative concrete, ma da logiche di potere e da un crescente disagio politico interno, con un disegno preciso che voleva AVS ai margini delle grandi scelte per Tarquinia”.
Nel comunicato si parla anche di un “errore politico” che mina la credibilità del progetto del campo largo costruito a livello locale da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra: “Sposetti, invece di valorizzare le competenze e il lavoro svolto, ha preferito imboccare la strada della chiusura e dell’autoreferenzialità, indebolendo la propria giunta e danneggiando l’intera comunità tarquiniese”.
Sinistra Italiana e AVS rivendicano infine “l’impegno e la qualità del lavoro” di Monica Calzolari, promettendo di continuare a sostenerne la visione di “una Tarquinia più colta, inclusiva e attenta ai beni comuni”.
“La cultura – conclude la nota – non può essere terreno di vendette o calcoli di convenienza, ma deve restare un pilastro della crescita democratica e civile della città. Schiacciarla su logiche di potere significa tradire lo spirito stesso del confronto democratico”.

		