I quattro sono gravemente indiziati, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione di fatture per operazioni inesistenti e falso
ROMA – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma, su delega della Procura della Repubblica capitolina, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un imprenditore del settore edile, insieme a misure interdittive nei confronti della società a lui riconducibile e di tre professionisti. I quattro sono gravemente indiziati, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione di fatture per operazioni inesistenti e falso.
Contestualmente i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria stanno procedendo al sequestro di beni e valori per oltre 10 milioni di euro, corrispondenti all’ammontare dei crediti d’imposta fittizi generati nell’ambito della presunta frode.
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’imprenditore – rappresentante legale di una società edile – avrebbe simulato lavori di ristrutturazione, efficientamento energetico e miglioramento sismico in sei condomìni di Roma, formalmente rientranti nelle agevolazioni “Superbonus 110%” e “Sismabonus 110%”. In realtà, le opere non sarebbero mai state eseguite: a fronte di contratti regolari, la società avrebbe emesso fatture per lavori mai realizzati, utilizzate per creare crediti d’imposta inesistenti poi ceduti o utilizzati in compensazione di debiti fiscali.
A supporto del meccanismo fraudolento, alcuni professionisti avrebbero redatto false asseverazioni tecniche necessarie per ottenere i benefici previsti dalla normativa.
L’operazione, sottolinea la Guardia di Finanza, conferma l’impegno costante dell’Autorità giudiziaria e delle Fiamme Gialle di Roma nel contrastare le frodi fiscali e l’indebito utilizzo dei crediti d’imposta, a tutela delle risorse pubbliche destinate alla ripresa economica del Paese.
Si precisa che le contestazioni riguardano la fase delle indagini preliminari e che, fino a sentenza definitiva, tutti gli indagati devono considerarsi innocenti.

