L’assessore Alessi dovrebbe fare un passo indietro e dimettersi dopo le parole in libertà rilasciate dopo la denuncia di Mario Benedetti
CIVITAVECCHIA- A Civitavecchia si consuma l’ultimo atto di un disastro amministrativo – mascherato da luminarie natalizie – che farà discutere.
In piena zona Marina, all’altezza della piazza degli Eventi, è stata installata una struttura a forma di nave-iconica, ribattezzata “Titanic”, che ha suscitato ironie, polemiche e ora anche un’azione ufficiale di controllo.
L’installazione e le prime reazioni
Nei giorni scorsi è comparsa l’imponente installazione-luminarie che riproduce visivamente il celebre transatlantico nella zona della Marina di Civitavecchia.
Non si trattava di semplice decoro urbano ma di un allestimento che ha attirato l’attenzione dei cittadini, non tanto per la sua bellezza quanto per la sua tempistica (“già a novembre”), l’ubicazione e, soprattutto, l’assenza di un nesso evidente tra la struttura e la storia o identità della città.
I social hanno fatto il resto. Frasi come “Civitavecchia va a fondo come il Titanic”, o “Ce mancava solo il Titanic alla Marina” si sono moltiplicate.
Dall’amministrazione comunale, ed in particolare da Piero Alessi, assessore al Turismo, è arrivata una difesa netta: «Tutto in regola, nessun euro in più per le casse comunali, è un elemento aggiuntivo proposto dall’impresa che ha vinto l’appalto per le luminarie».
L’esposto e la contestazione
Ma dietro l’ironia si nasconde una denuncia formale: l’imprenditore Mario Benedetti ha presentato due esposti – uno alla Guardia di Finanza e uno alla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – sollevando dubbi sull’autorizzazione dell’installazione. Benedetti, già esperto delle normative di installazione sul demanio marittimo (poiché in passato ha gestito un chiosco stagionale in zona), afferma che “a mio avviso non c’è autorizzazione” e che “la struttura va smontata”.
In sostanza: secondo lui, l’installazione non avrebbe seguito i passaggi richiesti per strutture sul demanio marittimo (articolo 19), né avrebbe documentazione che attesti la regolarità.
Il controllo e le conseguenze
A seguito dell’esposto, fonti vicine all’amministrazione rivelano che l’Agenzia delle Dogane ha disposto un sopralluogo per verificare la situazione. L’ipotesi è che la struttura sia da considerarsi abusiva e senza autorizzazione. In quel caso, è stata già emessa una diffida allo smontaggio e minacciato un sequestro dell’opera qualora il montatore o il Comune non dovessero intervenire da sé.
L’Agenzia delle Dogane da noi sentita telefonicamente non ha rilasciato dichiarazioni se non “ci sono delle indagini in corso”.
Al Blog risulta che il provvedimento è già stato firmato e ci aspettiamo un comunicato stampa da parte dell’organismo di Stato o da parte del sindaco Marco Piendibene.
Perché tutto questo è grave
Permettere un’installazione di queste dimensioni senza una chiara autorizzazione è sintomo di grave leggerezza amministrativa. Non solo per l’aspetto legale – che espone a sanzioni, obblighi di rimozione e possibili danni erariali – ma anche per la credibilità dell’amministrazione cittadina e la sua capacità di governare la città.
E l’assessore Alessi?
Alla luce dell’ennesimo scandalo di “riqualificazione” che produce più imbarazzo che decoro, appare legittimo chiedere: quando l’assessore Alessi darà le dimissioni? Se l’installazione era davvero “in regola”, come dice l’assessore, perché ora risultano forti dubbi sulla sua legittimità? E se non lo era… allora chi paga il prezzo politico?
In conclusione
La Marina di Civitavecchia avrebbe potuto avere un addobbo natalizio originale e suggestivo: invece è diventata il palcoscenico di una figuraccia. Se l’installazione verrà smontata o sequestrata, sarà un’ulteriore perdita di tempo, risorse e immagine.
Per i cittadini rimane una domanda: chi risponde di tutto questo? E qual è il costo reale per la città – non solo in termini economici, ma di fiducia e gestione pubblica?

