Nel corso dell’inchiesta sono stati documentati movimenti illeciti per oltre 210 chili di cocaina, di cui 130 chili sequestrati, per un valore stimato di circa un milione di euro
ROMA – Maxi operazione della Guardia di finanza di Roma contro un presunto network criminale attivo nel traffico internazionale di cocaina. Su disposizione della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma, i finanzieri del Comando provinciale stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di otto persone, accusate – a vario titolo – di far parte di un’organizzazione dedita all’importazione e alla distribuzione di stupefacenti.
Il provvedimento, firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, arriva al termine di un’indagine condotta dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia economico-finanziaria, che secondo gli investigatori avrebbe ricostruito l’operatività di un gruppo strutturato con base in diversi Paesi europei. Al vertice, secondo gli inquirenti, vi sarebbe un cittadino albanese residente nei Paesi Bassi, che avrebbe gestito parte del traffico attraverso piattaforme di messaggistica criptata, coordinando i movimenti della droga nel mercato europeo, Italia compresa.
Il fronte romano del presunto sodalizio, organizzato in modo gerarchico, si sarebbe occupato della ricezione, dello stoccaggio e della distribuzione delle partite di cocaina, con depositi situati nella Capitale e punti di smistamento verso diverse piazze di spaccio: Borghesiana, Pigneto, Spinaceto, Torre Spaccata, Alessandrino, Tor de’ Cenci, Finocchio, Capannelle e Tor Bella Monaca. Per la logistica, il gruppo avrebbe potuto contare su corrieri italiani e sul contributo di un concessionario, incaricato – secondo gli investigatori – di preparare veicoli con doppi fondi destinati al trasporto dello stupefacente.
Nel corso dell’inchiesta sono stati documentati movimenti illeciti per oltre 210 chili di cocaina, di cui 130 chili sequestrati, per un valore stimato di circa un milione di euro. Tre persone – un italiano e due albanesi – erano già state arrestate in flagranza nel corso delle attività.
La Guardia di finanza e la Procura ricordano che le misure cautelari si collocano nella fase delle indagini preliminari: per tutti gli indagati vige la presunzione di innocenza fino al termine del processo.

