La provincia scivola ancora di cinque posizioni e raggiunge la 71° posizione tra poca sicurezza, povertà in grave crescita e sempre più persone sole
VITERBO – Nella nuova classifica del Sole24Ore dedicata all’indice della Qualità della vita dei territorio italiani, la Tuscia perde ancora posizioni scivolando al 71° posto.
Un calo, ulteriore, di cinque posizioni rispetto al 2024. Andando a snocciolare i dati raccolti e utilizzati per la realizzazione della classifica, tuttavia, emerge un fattore particolarmente importante: il Viterbese è fanalino di coda in Italia per il reddito medio dei lavoratori. Un valore medio che si attesta ad appena 17.740 euro lordi, per una media di 21.031,7 euro. Si parla quindi di stipendi netti mensili che si aggirano tra i 1000 e 1250 euro e che lasciano la provincia addirittura in 82° posizione.
Un ulteriore indice di povertà della Tuscia è esplicitato anche dalla percentuale di famiglie con ISEE inferiore a 7000 euro. Sarebbero pari al 29% del totale, raccontandoci così che praticamente un terzo dei 307mila abitanti del Viterbese sono considerati fascia debole e prossima alla povertà.
Il risultato, come è evidente, è che il territorio continua a essere in affanno con abitanti impossibilitati a investire, aumentare la propria spesa per i consumi e affrontare in generale il carovita sempre più elevato di anno in anno.
Altri fattori che hanno influenzato negativamente la classifica sono dati anche dalla sanità e dalla salute. Resta infatti altissimo il valore legato alla mortalità per tumore nella Tuscia (la provincia è 80° su 102 province totali), così come il numero di abitanti che sono costretti ad affidarsi a strutture ospedaliere fuori regione per le proprie cure (qui il Viterbese è ben al 98° posto della classifica). Gravissima anche la posizione riguardante l’indice di solitudine, ovvero il numero percentuale di persone che vivono sole in rapporto al numero di famiglie (ben il 40% del totale).
Il linea generale, la Tuscia resta una provincia in tremendo affanno dove la Qualità della vita è – come evidente – carente sotto molteplici aspetti. Non per ultimo il fattore sicurezza generale che rispetto al 2024 scende di ben 8 posizioni e avvicina la provincia (fino a pochi anni fa considerata “sicura” a metà classifica, al 46° posto).

