Viterbo – Dimensionamento scolastico, la Regione tira dritto e conferma: smembramento per Carmine e Grotte

Prosegue la battaglia tra Regione e Comune, con l’amministrazione Frontini già pronta per tornare in trincea

VITERBO – La Regione Lazio delibera sul dimensionamento scolastico in ottemperanza alle sentenze del Tar, ma di fatto ripropone lo stesso assetto già annullato dal tribunale amministrativo. Nel provvedimento si legge che la scelta deriva dalla “mancanza di proposte alternative deliberate dalla Provincia e dal Comune di Viterbo” e dal fatto che l’impianto originario era stato formulato dall’Osservatorio scolastico provinciale.

A distanza di due anni e dopo tre sentenze del Tar del Lazio e una del Consiglio di Stato, nulla cambia. Un percorso lungo e costoso, tra ricorsi, riunioni, commissioni e consulenze, che si conclude con una decisione identica a quella iniziale. Per l’anno scolastico 2025/2026 viene infatti nuovamente prevista la soppressione dell’Istituto comprensivo Carmine di Viterbo, con le stesse modalità e la stessa redistribuzione dei plessi alle altre dirigenze scolastiche del capoluogo. Analoga conferma riguarda la scuola di Grotte di Castro, che resta aggregata all’Istituto di Acquapendente. La delibera prevede inoltre la soppressione dell’istituto di Bolsena, su richiesta del Comune, con accorpamento a Bagnoregio.

Secondo la Regione, questa configurazione consentirebbe di redistribuire i plessi dell’Istituto comprensivo Carmine, considerato numericamente debole con 605 alunni nell’anno scolastico 2024/2025 e un trend in calo rispetto agli anni precedenti, per rafforzare gli altri istituti comprensivi di Viterbo. In particolare, l’Istituto Fantappiè passerebbe da 719 a 934 alunni, l’Egidi da 840 a 1.063, il Vanni da 898 a 923 e il Canevari da 924 a 935. La delibera sottolinea inoltre che l’aggregazione avverrebbe sulla base della prossimità territoriale, garantendo la continuità didattica poiché si tratterebbe di una soppressione esclusivamente amministrativa della dirigenza, senza chiusura dei plessi.

La Regione evidenzia anche l’obiettivo di rafforzare un presidio scolastico ritenuto a rischio, in un contesto di progressivo calo della popolazione scolastica, e di evitare che una scuola situata in un quartiere complesso possa trasformarsi in una “scuola ghetto”. In quest’ottica, l’accorpamento dovrebbe favorire la diffusione delle buone pratiche maturate nel tempo, in particolare nei percorsi di istruzione per studenti stranieri e adulti nell’ambito del CPIA e nelle progettualità dedicate agli alunni con bisogni educativi speciali o in condizioni di svantaggio socio-culturale.