Le attività investigative sono state eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Perugia
PERUGIA – Nei giorni scorsi, questa Procura ha portato a conclusione le indagini relative agli appalti delle aziende sanitarie ed ospedaliera della regione Umbria, per l’affidamento dei servizi di pulizia e sanificazione, “lavanolo” e ricondizionamento dei dispositivi tessili e di superfici antidecubito, forniture di apparecchiature medicali, nel periodo dal 2014 al 2020.
Le attività investigative sono state eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Perugia, a partire dal 2020, mediante intercettazioni telefoniche, audizione di persone informate sui fatti, analisi di documentazione amministrativa, bancaria, contabile ed extra contabile, acquisita mediante specifiche richieste e rinvenuta nel corso di perquisizioni effettuate presso le stazioni appaltanti e le aziende pubbliche interessate.
Gli elementi raccolti all’esito delle complesse e articolate indagini di polizia giudiziaria hanno consentito di delineare un solido quadro indiziario, sulla base del quale sono state ascritte, a vario titolo, a 20 persone (tra dirigenti, amministratori, funzionari pubblici ed amministratori, dipendenti delle società coinvolte), le ipotesi di reato di cui agli articoli 319 (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio); 353 (turbata libertà degli incanti); 355 (inadempimento di contratti di pubbliche forniture); 476 (falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale); 479 (falsità ideologica) del codice penale.
Avendo, inoltre, riscontrato l’assenza di modelli organizzativi, alle società appaltatrici – i cui soggetti apicali risultano indagati per i reati sopra indicati – è contestata l’ipotesi di illecito amministrativo dipendente da reato, ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.