Il primo appuntamento di questa mattina tenutosi presso l’Ospedale di Narni con la presenza della Direzione Sanitaria Regionale, della Direzione della ASL e dell’Azienda Ospedaliera rappresenta un primo passo importante nella direzione di una più puntuale, concreta e veloce attivazione di un modello integrato dei servizi ospedalieri del territorio.
Ciò punta all’imprescindibile obiettivo del repentino rafforzamento del ruolo e dei servizi del nosocomio narnese che necessita di significativi e rapidi investimenti sul capitale professionale, sulla qualificazione delle strutture tecnologiche e sul completamento degli interventi infrastrutturali già avviati. Questa è oggi l’urgenza, far funzionare bene, efficientemente i nostri presidi ospedalieri del territorio e che dialoghino tra loro, che presentino un quadro di servizi integrato all’interno del quale ciò che conta è la qualità, la velocità, la puntualità delle risposte alle domande di salute che ci pongono i cittadini e non la loro collocazione all’interno di quella o l’altra struttura. E’ finita l’epoca del tutti che possono fare tutto e va aperta, anche nel nostro territorio, la stagione di una coraggiosa e non più rinviabile specializzazione delle funzioni ospedaliere partendo dalle eccellenze ancora presenti e sulle quali indirizzare risorse e modulare scelte innovative.
Per questo la nostra comunità si aspetta su questo versante risposte concrete. Una domanda collettiva rappresentata dal lavoro intenso e prolungato dell’Amministrazione Comunale nel chiedere questo tipo di approccio ed orizzonte, dalla maggioranza del Consiglio Comunale di Narni attraverso un percorso di confronto con la Direzione dell’Azienda Sanitaria Locale, dall’azione del Vice Sindaco che in maniera eclatante ha voluto rappresentare l’urgenza di un’accelerazione del percorso di riorganizzazione e nuova prospettiva per il nosocomio narnese. Facce della stessa medaglia, della preoccupazione di un’intera comunità ma anche della volontà di aprire una pagina nuova, diversa, interpretata anche dalla raccolta di firme promossa dalla minoranza che ha visto anche la mia adesione e di tanti altri proprio perché indirizzata, nella lettura ancora genuina che voglio dare, al miglioramento dell’esistente. A questo, quando si ha a cuore il destino delle comunità locali e della comunità regionale, si deve guardare rimettendo, utilizzando una metafora, “la chiesa al centro del villaggio”.
Rafforzare l’oggi, rendere nell’immediato più efficienti i nostri servizi, cambiare da subito per preparare al meglio l’appuntamento con l’innovazione prevista dalla realizzazione del nuovo Ospedale di Narni-Amelia. E’ li che vanno trasportate le competenze che vanno coltivate da subito, è li che il capitale umano, professionale deve trovare lo spazio per dare significato e senso ad una nuova struttura ospedaliera che accanto al tema della riabilitazione (strategico per l’intera regione e per l’economia della sanità oltre che per i bisogni dei cittadini) manterrà una forte componente di territorialità dei servizi in integrazione con Terni. Per coerenza e per chiarezza, iniziamo a definire il nuovo presidio ospedaliero da collocare a Narni come “Santa Maria 2” così, forse, gran parte del dibattito di varia natura sul tema può acquisire coordinate che cessano di rappresentare quest’investimento come uno spreco o un capriccio di qualche visionario, magari da sostituire con qualche ipotesi faraonica e impraticabile di una mega nuova struttura fra Narni e Terni. Non si può, non si deve arretrare di un millimetro rispetto a questo che continua ad essere un obiettivo imprescindibile per i cittadini in primis, per il sistema sanitario regionale e per il nostro territorio.
Per questo le richieste da parte mia sono state indirizzate al rafforzamento dell’impianto economico del progetto, da garantire attraverso un impegno finanziario pubblico di Regione ed ASL, alla presa in carica del progetto da parte delle strutture tecniche regionali e della ASL con il supporto del Comune di Narni per garantirne l’attivazione e rendere immediatamente operativo ogni passaggio. Per questo constatare l’impegno assunto dalla presidente Marini e dall’Assessore Barberini, a conferma di questa impostazione, mi appare come un passo in avanti importante, nella forma e nella sostanza.
Per questo credo sia d’obbligo per ogni amministratore, o tecnico o politico del territorio non privare le nostre comunità di un progetto da 50 milioni di euro, una nostra piccola Olimpiade a cui non possiamo permetterci di dire no o continuare a sostenere, senza alternative, che tanto mai sarà realizzato. Il lavoro faticoso, quotidiano è cercare ed ottenere che le cose buone si facciano e non rassegnarsi all’indeterminatezza o ritardo delle scelte e alla rinuncia al futuro.