VITERBO – Al via oggi al Museo Colle del Duomo la mostra internazionale “Antico e contemporaneo”, organizzata dall’associazione Mega Art a cura di Claudio Giulianelli, sarà presentata dal maestro Fiorenzo Mascagna, docente di teoria e psicologia della forma e del colore, sabato 11 febbraio alle ore 16. “Si tratta di una collettiva che oltrepassa di molto i confini nazionali ed europei, come si può notare dalla provenienza degli artisti partecipanti“.
Per Mascagna non è il “dialogo” tra contemporaneo e antico a prevalere, perché questo termine presuppone una reciproca volontà dei soggetti che, per ovvie ragioni, non può esserci. “Il termine che descrive meglio questa situazione espositiva è “giustapposizione” con il quale la cultura medievale indica le differenze che portano a valutare i contrasti per trarne significati simbolici”. La mostra, nata come celebrazione della volontà di mettere insieme sensibilità artistiche internazionali, diventa occasione di approfondimento sulla realtà pittorica come linguaggio universale dell’arte. È proprio dall’analisi del reale in pittura che prende origine la riflessione di Mascagna immaginata come percorso che dovrà condurre lo spettatore dal vedere al guardare. La presentazione in questo caso si trasforma in fatto pedagogico di accompagnamento, visto che il passaggio linguistico è quello che va dal moderno al contemporaneo. Sarà ogni singola tessera della mostra a offrire la specificità del quadro d’insieme che lo spazio museale saprà accogliere come presenza contemporanea accanto all’antico. “I contrasti che lo spettatore si troverà di fronte faranno da guida al percorso linguistico dell’arte che ha come elemento di rottura la nascita del contemporaneo. Nel ricordare quanto a volte ci sia più storia in un colore rispetto a una intera composizione”, Fiorenzo Mascagna riconosce alle opere presenti in mostra il ruolo difficile e impegnativo di tenere testa all’eloquenza storica della tradizione. “È il nostro mondo, non quello del passato, a metterci davanti agli occhi la convivenza tra tecnologia ed elementi biodegradabili. A noi resta la possibilità di trarre il meglio da questa visione. Ecco perché contemporaneo e antico, pur non potendo dialogare tra loro, costituiscono la polarità entro la quale l’arte si muove”, conclude il docente.