Il governatore del Lazio Rocca: “presto il primo piano regolatore energetico regionale”
di Cristina Volpe Rinonapoli
Si è svolto al Ministero della Cultura a Roma, in via del Collegio Romano -nella Sala Spadolini– l’incontro fra il neo Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ed il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi “Conferenza Stampa sulle energie rinnovabili”.
«La Regione Lazio è satura di impianti eolici e fotovoltaici con un forte impatto ambientale. Basta a nuovi progetti –è il concetto unanime che viene sostenuto da entrambi nell’invito alla conferenza– Ci sembra opportuno richiamare le parole del presidente Sergio Mattarella pronunciate nel 2021: “Gli insulti al paesaggio e alla natura oltre a rappresentare un affronto all’intelligenza, sono un attacco alla nostra identità. Quante volte abbiamo ascoltato il vocabolo “bellezza” associato a “Italia”? […] Accanto alla cultura c’è il valore della ricerca, scientifica e tecnica, del paesaggio, del patrimonio storico e artistico della Nazione, tutti beni da promuovere e tutelare -Il Paesaggio – aggiungono Sgarbi e Rocca– è l’elemento portante del nostro turismo, il cui fascino richiama in Italia ogni anno milioni di visitatori. Difenderlo, oltre le enunciazioni di principio, significa salvaguardare un elemento importante della nostra economia».
Ed una sala gremita di giornalisti, ma -soprattutto- comitati, associazioni, tecnici del settore, quando la conferenza stampa, spaccando il secondo sulla puntualità, prende il via, ovviamente a fare gli onori di casa è Vittorio Sgarbi, che nonostante i ruoli -attualmente- ricoperti, non ha bisogno di presentazioni, la battaglia contro l’eolico ed il fotovoltaico- lesivo del paesaggio, della bellezza artistica, naturalistica, architettonica, che consuma suolo agricolo, l’ha sposata già da anni, senza mai retrocedere, ed ora che Rocca è presidente, è uno dei primi politici del governo, che gli rivolge un invito istituzionale, per parlare di un tema che non può più attendere ritardi da parte della politica.
Sgarbi prende la parola, ringraziando il Presidente Rocca di essere presente ed aver accettato l’invito, insiste sui concetti che da sempre sostiene, e cita lo psichiatra Paolo Crepet che parla senza mezzi termini di “Orrore”: “Vive terrorizzato dall’idea che il lago di Bolsena, Orvieto, Sutri o Viterbo siano violati nel loro paesaggio meraviglioso, come accaduto in Salento, paesaggi conquistati da un turismo universale e che vengono depauperati di una ragione fondamentale che spinge le persone a venire in Italia: la bellezza del paesaggi – continua il Sottosegretario alla Cultura- voglio leggervi una lettera che mi è arrivata dal figlio di Maurizio Costanzo (ndr Saverio Costanzo regista ed autore televisivo) con la quale mi chiede una mano, per una questione che riguarda ancora un territorio quello dell’Altopiano dell’Afina, che rischia come molti altri- in quella zona, di veder sventrato tutto il proprio patrimonio, artistico, culturale paesaggistico -continua Sgarbi- il problema risiede anche nel dualismo del Governo, perché se il Ministero della Cultura con le sovraintendenze e tutti gli iter , cerca di verificare i passaggi e di tutelare e non dare alcuni permessi, abbiamo il Ministero dell’Ambiente, al contrario e alle volte anche quello dell’Agricoltura, che accelerano. Questo bipolarismo istituzionale va colmato, e credo che più che ogni parola siano evocative le foto del dossier di “Italia Nostra” alla quale lascio l’intervento invitando tutti i presenti a guardare il reportage fotografico”.
Ed è proprio Oreste Rutigliano, che spiega -mentre le foto scorrono sul pannello in sala. Lui, uno dei volti storici di Italia Nostra, dove milita dal 1971 con la carica per anni di Presidente Nazionale, esperto di tutele paesaggistiche ed allievo di Antonio Cederna che “seppe diffondere a vantaggio della tutela e della conservazione del paesaggio, dei Centri storici e dei beni culturali”.
Le immagini parlano da sole e raccontano di ciò che è di fatto avvenuto, e che se non fermato per tempo, potrebbe avvenire, e continuare ancora a mutare interi paesaggi rovinandone la bellezza, la storia, la ricchezza- data dall’arte, dalla natura, dal suolo fertile- che un pannello fotovoltaico o una pala eolica potrebbe rovinare per sempre.
Parliamo con lui a margine della conferenza stampa, ci specifica che molte delle foto che abbiamo visto insieme, interi territori ricoperti da specchi, quelli dei pannelli solari, sono state scattate proprio in Tuscia.
L’onorevole Sgarbi, a questo punto introduce Rocco Tramutala, del Ministero della cultura, un curriculum vitae da dirigente del Serv. V -Tutela del paesaggio- della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, è un esperto rispetto al tema trattato, annuncia che ci sarà una mappatura, sarà necessaria per capire quali zona siano davvero colpite da “effetti di saturazione” in termini di costruzione di impianti e quali aree invece sono degradate, e ci sarà un dialogo ed una convergenza con la Regione Lazio, ed è proprio sull’effetto “saturazione” che il presidente Rocca prende la parola, specificando che in termini di transizione energetica, il Lazio ha già raggiunto gli obiettivi del 2030 e raggiungerà quelli del 2050, ma che soprattutto in provincia di Viterbo, nella Tuscia in genere, ci sarà un stop: “Perché il territorio è saturo, come Regione possiamo intervenire con il Primo Piano Regolatore Energetico a livello regionale, saremo la prima regione d’Italia a farlo e li dove c’è saturazione, impediremo altri impianti, consapevoli che la transizione energetica debba compiersi, ma nel rispetto del territorio! Quindi avendo già raggiunto gli obiettivi, una volta che avremo le linee guida del Piano Regolatore, lo stop per Viterbo e la sua provincia è una delle prime cose che faremo”.
E siamo proprio noi a rivolgere al presidente la domanda:
Come farà la Regione Lazio ad ovviare la normativa nazionale? Quella che spesso immobilizza i sindaci locali che si trovano costretti a dare l’approvazione a nuovi impianti, anche li dove ce ne sono già abbastanza? E la Regione in Conferenza dei Servizi avrà un ruolo decisivo diversamente da ora?
Rocca della nostra domanda ne fa un punto di criticità che ammette esistere, è necessario infatti un raccordo con il governo nazionale, intanto il suo Piano Regolatore Energetico, è sicuramente la notizia del giorno, e un primo passo, verso una gestione meno selvaggia per quello che da una risorsa può diventare una iattura.
Ma in sala sono presenti anche alcuni politici locali, associazioni, comitati.
C’è Sergio Caci, esponente della coalizione di Governo e sindaco uscente di Montalto di Castro che si reputa del tutto soddisfatto dell’incontro e ci dichiara:
“Aggiungo che anche l’agricoltura è profondamente penalizzata. Lo ha ricordato anche l’assessore all’urbanistica del Comune di Montalto di Castro –Marco Fedele, amico ed esponente di coalizione, in una recente intervista (n.d.r intervista pubblicata dalla nostra testata), di cui cito il passaggio: “sono molti gli agricoltori che vogliono cedere i propri terreni ai vari sviluppatori, in quanto il prezzo della vendita è molto maggiore rispetto ai guadagni che oggi l’agricoltura offre loro. Il consiglio comunale di Montalto di Castro, accolse a suo tempo l’allarme di Coldiretti Lazio ed inoltre approvò un proprio Regolamento che, se pur suggerendo una linea di comportamento agli investitori, poco può di fronte alle leggi nazionali, soprattutto riguardo al Decreto Energia del Governo Draghi, che ha ulteriormente semplificato l’iter autorizzativo. L’incontro di oggi lo ritengo molto positivo, per la Regione Lazio e soprattutto per la Tuscia, fortemente penalizzata dall’installazione di impianti da Fonte di Energia Rinnovabile. Essendo esperti del territorio, ci metteremo da subito a disposizione del Presidente Rocca per la stesura del Piano Energetico di cui oggi c’ha parlato e degli uffici del Ministero della cultura, per dare il nostro e raggiungere un obiettivo soddisfacente, sono qui oggi proprio a tale scopo. E sono già diverse settimane che mi sto attivando su tale fronte.”
C’è Marco Borghi del “Comitato Ambiente e Salute della Tuscia”:
“Abbiamo avuto la piacevole conferma che la Regione, entrata da poco a governane il Lazio, sta dimostrando l’intenzione di raggiungere gli obiettivi che erano già nella legge n.191 del novembre 2021, cioè di legiferare per le gare individuando le aree idonee e non idonee per quanto riguarda le Fer e le rinnovabili. Il Presidente Rocca, che era stato già chiarissimo in campagna elettorale, lo è stato anche oggi, ottima la sua intenzione di far sparire questo Far West, cui le società proponenti giocano le loro carte, ovvero le aree idonee o non idonee. Invece, se scritto nero su bianco, anche se i progetti autorizzati non possono essere ritrattati, quelli in itinere, cioè quelli che aspettano il foglio di Via in Regione, quelli potrebbero essere stoppati. Fermare, cioè, le autorizzazioni in itinere con una vera e propria sospensiva almeno di sei mesi, può dare modo alla legge, al Regolamento di cui oggi Rocca c’ha parlato, di incidere, individuando una volta per tutte le aree idonee e non idonee”.
Gli fa eco il comitato “Verde Tuscia” dove erano presenti la presidente, Camilla Nesbitt e il vice presidente Stefano Aluffi Pentini che ha dichiarato alla nostra testata:
“Posso dire, dopo questa conferenza stampa, che si deve ricordare a tutti che la bellezza vuol dire anche lavoro, e che devastare il paesaggio vuol dire uccidere il turismo- unica speranza, insieme all’ agricoltura- per un territorio che rischia spopolamento”.
Ma a chiudere la conferenza stampa è un energico e sempre più combattivo, Vittorio Sgarbi che alla nostra domanda:
I sindaci, i comitati, le associazioni in Tuscia si stanno organizzando per fare cartello contro la devastazione del territorio, cosa risponde?
“Aspettando tutti gli adeguamenti normativi, per i quali mi sto muovendo ed attivando. Ogni sindaco e comitato di tutta Italia ha qui la sua casa: facciamo insurrezione contro l’orrore!”
Dunque aspettando le leggi, le linee guida i regolamenti… per chiunque volesse una casa politica, è Sgarbi che invita tutti da lui, alla parola d’ordine: Insurrezione!… contro l’orrore.
(foto Roberto Scordino)