Niente soldi, ancora promesse, ma il Comune continua a traccheggiare. Non sono interlocutori seri, vanno cacciati dalla città
VITERBO – Il presidente Marco Arturo Romano è allergico all’acqua ed oggi, pur essendo atteso dai suoi giocatori, non si è presentato per parlare loro del futuro e, soprattutto, pagare gli emolumenti rimasti in sospeso. Pioveva di brutto a Viterbo. Troppa acqua.
Al suo posto si è presentato l’avvocato Luca Tilia, personaggio molto conosciuto nel calcio di periferia (sempre con ricordi negativi per tutti) che adesso sembra essere diventato lo “spiccia faccende” del presidente ciociaro “latitante”. Con lui c’era anche l’attuale amministratore unico della Us Viterbese Giuseppe Capozzoli ma in veste da autista e durante il vivace confronto ha preferito ridersela sotto i baffi. Capozzoli non aveva da dire niente a nessuno.
Allo stadio non c’erano tifosi. C’erano alcuni giornalisti locali che però non hanno avuto modo di fare domande perché sono stati invitati, su disposizione dell’avvocato Tilia, ad uscire dall’impianto perché l’allenamento era a porte chiude (dice).
Noi abbiamo trovato il cancello aperto e siamo entrati. Abbiamo visto anche l’avvocato Tilia che, qualche giorno fa, si era presentato negli uffici dell’assessorato ai lavori pubblici per chiedere il prolungamento della convenzione dello stadio. Bussava a cassa insieme al patron della Viterbese Romano.
Lo abbiamo avvicinato per fargli alcune domande come ad esempio perché si trovasse lì in quel momento lui e non il presidente tanto atteso da staff e giocatori. A che titolo ha parlato con gli atleti. Che cosa gli ha detto. Cosa gli ha promesso.
Volevamo chiedergli anche dei crediti d’imposta e sul futuro della squadra e società ma è andata diversamente. E’ andata così come potete vedere nel video:
Nel frattempo invitiamo sia gli amministratori comunali che gli organi di giustizia finanziaria a dare bene un’occhiata a questi documenti. Ci sono società satelliti al gruppo del presidente Romano che fatturano alla Viterbese e viceversa. Espongono pubblicità allo stadio e, soprattutto, riescono ad ottenere ingenti indennità attraverso il credito d’imposta e contributi per lo sport.
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