VITERBO – Tariffa unica regionale per l’acqua: Frosinone spinge per l’approvazione della proposta di legge, Viterbo nicchia.
In Ciociaria il testo che va in questa direzione è già stato approvato e punta all’istituzione di una tariffa unica per tutti i territori regionali che potrebbe alleggerire i costi delle bollette dove il servizio ha toccato costi vertiginosi, stemperando così il peso sugli utenti dove vigono le tariffe più alte.
Si tratta di una proposta fino ad ora appoggiata, in maniera trasversale, da centrodestra, terzo polo e centrosinistra.
Il presupposto per l’esame preliminare da parte del Consiglio regionale è, però, che venga approvata da almeno 5 comuni con almeno 10.000 abitanti, così da “pesare” di più in sede di valutazione.
Martedì scorso, la questione era stata posta all’ordine del giorno del consiglio comunale di Viterbo, su iniziativa della consigliera Luisa Ciambella, richiesta però rinviata per approfondimenti.
Il fatto è che, secondo i vari comitati diffusi nella Tuscia, Frosinone, che presenta una percentuale di dispersione idrica tra le più alte a livello nazionale, più del 7O%, sarebbe l’unica a trarre vantaggio da questa operazione, mentre Viterbo andrebbe, al contrario, a pagare di più.
A spiegare i risvolti poco chiari della richiesta, come si legge su Tg24 Info; il movimento “Non ce la beviamo”, che ha bocciato la proposta ciociara: “Il meccanismo sarebbe quello di una media ponderata delle diverse tariffe esistenti nella Regione che andrebbero a calmierare le tariffe più alte aumentando quelle più contenute”.
Ciò che non viene detto però è che sui contribuenti della Tuscia, oltre all’intero costo di gestione del servizio, verrebbe riversato anche il costo del margine di profitto degli altri gestori presenti nella regione Lazio (Acea Ato 5, Acea ATO 2, facenti capo ad Acea, Acqua Latina partecipata da Suez, ecc.), che a fine anno si ripartiscono i dividendi. Non a caso l’ordine del giorno è partito dal consiglio comunale di Frosinone, dove la gestione Acea Ato 5 detiene il primato della tariffa più alta d’Italia (oltre che una percentuale di dispersione idrica tra le più alte a livello nazionale, più del 7O%).