La legge punta alla promozione del patrimonio agroalimentare vitivinicolo e olivicolo
ROMA – Via libera della Giunta regionale alla proposta di legge sulla “Disciplina delle attività enoturistiche e oleoturistiche”, su iniziativa dell’assessore al Bilancio, alla Programmazione economica, alle Politiche agricole, alla Caccia e alla Pesca, ai Parchi e alle Foreste, Giancarlo Righini. Con questo provvedimento vengono disciplinati, oltre a diversi requisiti tecnici, anche una serie di misure volte a un’effettiva promozione e implementazione delle attività legate all’enoturismo e all’oleoturismo, con l’obiettivo di mettere a sistema le peculiarità agroalimentari e il patrimonio culturale del Lazio.
Nello specifico vengono rafforzate sia la formazione al fine di qualificare, informare e riqualificare gli operatori del settore, sia la promozione dei prodotti attraverso la creazione di percorsi enoturistici e oleoturistici. «Questa proposta di legge – spiega l’assessore Giancarlo Righini – nasce dalla consapevolezza che nel Lazio manca una normativa regionale chiara ed efficace. Si tratta di uno strumento indispensabile per favorire la crescita di un comparto, come quello del turismo del vino e dell’olio, che oltre a rappresentare prodotti d’eccellenza del nostro territorio, può, se validamente supportato, contribuire alla crescita economica e occupazionale della regione. In campagna elettorale avevamo promesso di approvare questo provvedimento entro i primi cento giorni di legislatura e abbiamo mantenuto la parola data agli elettori e soprattutto alle aziende del settore. Un sentito ringraziamento va al presidente Rocca che, avendo la delega al turismo, ha dimostrato un’attenzione particolare verso questo provvedimento che avrà importanti ricadute sull’intero sistema regionale».
La proposta di legge, che è composta da 19 articoli, nasce anche con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di specifiche attività legate al settore e di favorire anche la creazione di eventi patrocinati dalla Regione Lazio tesi a promuovere e diffondere la conoscenza delle eccellenze non solo in ambito vitivinicolo e olivicolo, ma di tutti i prodotti della filiera agroalimentare”.
“Il tema della biodiversità – ha concluso l’assessore regionale alle Politiche agricole – è un altro tema di fondamentale importanza. Oggi più che mai, nel Lazio il tema chiave della sostenibilità investe le scelte di buona parte delle aziende del comparto, che attraverso strade diverse hanno trovato o stanno cercando un personale approccio a questo tema. Proprio la necessità di tutelare la biodiversità e l’ambiente naturale, unite a un nuovo concetto di territorio e di identità culturale, hanno favorito la crescita d’interesse per le coltivazioni autoctone, vitigni in primis”.
I vitigni considerati autoctoni della nostra regione sono al momento 37, rivendicati da 234 cantine. Su 94 vitigni complessivamente ammessi alla coltivazione nel Lazio, di cui 49 a bacca bianca, 42 a bacca nera, 2 a bacca rosa e 1 a bacca grigia, i vitigni autoctoni esprimono oltre un terzo della piattaforma ampelografica, coprendo nel loro insieme circa 3.000 ettari di superficie vitata.
b.f.