L’indicazione regionale del 3 maggio prevedeva cattura e contenimento dei capi ma Viterbo continua ad essere invasa
“Il problema dei cinghiali nella Tuscia è reale e va affrontato; per trovare soluzioni pratiche, convocheremo una riunione con i sindaci, il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, e i tecnici per valutare tutte le opzioni da poter mettere in campo. Pur rimanendo ben distante dalle polemiche di questi giorni – dichiara la presidente – è ormai evidente che la situazione del Viterbese sia diventata insostenibile e richieda massima attenzione da parte di tutte le istituzioni”.
“La Regione, grazie all’assessore Righini – spiega Paterna – ha fatto già la propria parte autorizzando, lo scorso 3 maggio, gli interventi di contenimento della fauna selvatica previsti dai piani quinquennali di gestione e controllo dei cinghiali”.
L’indicazione regionale, nello specifico, prevede la cattura ed il contenimento anche e soprattutto in un’ottica di prevenzione della peste suina. “Ci rendiamo comunque conto che, al di là della norma, persistono delle difficoltà a contenere il problema su alcuni territori in cui la presenza dei capi è eccessiva. Pertanto, in qualità di presidente della Commissione Agricoltura e Ambiente, alla presenza degli uffici regionali, convocherò prima dell’apertura della stagione di caccia un tavolo di confronto al quale saranno invitati a partecipare i sindaci competenti, il presidente della Provincia di Viterbo ed i responsabili tecnici del Parco dell’Arcionello e del Monte Casoli, oltre ai Presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia VT1 e VT2”.
“La riunione – auspica in conclusione Paterna – servirà per affrontare il problema dei cinghiali e per definire in maniera condivisa un provvedimento utile alla risoluzione di una situazione difficile che, purtroppo, si protrae da diversi anni creando disagi ai cittadini ed agli agricoltori della Tuscia”.