Turchetti e Currò (Uil): “Dal 2018 al 2022 sono 42 gli sportelli chiusi nel viterbese”
Ha fatto tappa ieri a Castel Sant’Elia la campagna “Chiusura filiali, no Grazie”, l’iniziativa itinerante promossa dalla Uilca – il sindacato Uil credito, esattorie, assicurazioni e autorità – che fa il punto su un quinquennio durante il quale la desertificazione bancaria sta incidendo non poco nei tessuti sociali dei territori, soprattutto nei piccoli Comuni. Proprio a Castel Sant’Elia è stata chiusa l’unica filiale e adesso è rimasto uno sportello bancomat a volte fuori servizio fuori servizio.
Dalla ricerca Uilca emerge nitida la geografia provinciale di un fenomeno che non conosce inversione di tendenza. Erano 171 gli sportelli nel 2018 sparsi in 50 Comuni, con 926 tra lavoratrici e lavoratori. A fine 2022 gli sportelli sono scesi 129, praticamente 42 in meno, i Comuni serviti sono 39, in undici realtà amministrative la filiale è scomparsa, e i lavoratori sono 901, 25 in meno. A conti fatti ad oggi soltanto 39 Comuni su 60 Oltre 33mila residenti dell’intera Tuscia sono privi di una banca nel proprio Comune di residenza. Cifra che sfiora le 250mila unità se allarghiamo l’orizzonte ai confini laziali. E che supera i quattro milioni in tutta Italia.
“La continua chiusura delle filiali – dicono Giancarlo Turchetti e Currò Vincenzo, rispettivamente Segretario generale della Uil di Viterbo e della Uilca della Tuscia – creano smisurati disagi alle persone fragili e ai pensionati specie quelli che vivono nei paesini interni, costretti a spostamenti di svariati chilometri per poter effettuare semplici operazioni bancarie”. Disagi confermati anche dal questionario che la Uilca ha sottoposto alle persone durante le altre tappe italiane dalle quali è emersa insoddisfazione: sei su dieci hanno dichiarato di recarsi in una sede bancaria almeno una volta al mese, mentre oltre il 70 per cento ha confessato di aver percepito il tutto come una ulteriore segnale di abbandono del territorio.
I motivi della desertificazione sono molteplici. Per la Uilca sono due sono i fattori che spiccano: le aggregazioni bancarie e digitalizzazione. L’utilizzo dell’internet banking è aumentato progressivamente passando dal 33,8 per cento al 48,3 per cento. Ma servono piani industriali con orizzonte di lungo periodo e non solo taglio del costo del lavoro. Sotto questo aspetto l’analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra è illuminante: le innovazioni tecnologiche, quando supportate da corrette politiche commerciali, ridisegnano le abitudini economiche delle imprese e dei consumatori. E il segretario Fulvio Furan aggiunge: “la digitalizzazione può comportare ricadute positive in termini occupazionali anche nel settore del credito, ma solo se si evita un’ottica miope che guarda al semplice taglio del costo del lavoro”.
“Le filiali in sostanza – concludono Turchetti e Currò – rappresentano un presidio di sostegno per le comunità locali. Un buon sistema del credito può contribuire a creare un sano sistema economico e a dare vita a una nuova e buona occupazione, sostenendo famiglie e imprese tutelando anche la legalità e le fasce più deboli della popolazione”.