TARQUINIA – Giovedì 22 febbraio alle ore 17, presso l’aula consigliare del Comune di Tarquinia, si terrà la presentazione del libro “10 Febbraio. Dalle Foibe all’esodo”, alla presenza dell’autore, il senatore Roberto Menia, “padre” della legge 30 marzo 2004 n. 92 con la quale la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
“Le foibe, cavità carsiche tipiche del Friuli-Venezia Giulia e dell’Istria, durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, divennero teatro di esecuzioni sommarie e di eccidi ai danni di migliaia di italiani da parte dei partigiani jugoslavi di Tito, una vera e propria pulizia etnica, con l’obiettivo di eliminare la popolazione italiana dalla Venezia-Giulia e dall’Istria e creare una Jugoslavia comunista omogenea – si legge in un comunicato – ma la tragedia non si esauriva nelle foibe. Contemporaneamente, un esodo biblico di proporzioni epiche prendeva vita.
Il Trattato di Pace di Parigi, firmato il 10 febbraio 1947, assegnò alla Jugoslavia la maggior parte dell’Istria, Fiume e Zara, territori che per secoli avevano fatto parte della cultura e dell’identità italiana. Gli italiani residenti in questi territori persero la cittadinanza italiana e si videro costretti a scegliere tra accettare la cittadinanza jugoslava e rimanere nelle loro terre, con il rischio di persecuzioni, oppure optare per la cittadinanza italiana e abbandonare le loro case e le loro radici. Circa 350.000 italiani furono costretti a lasciare per sempre le loro terre natie, i loro ricordi, per cercare rifugio in un’Italia stremata dalla guerra”.
“Con valigie di cartone e cuori colmi di angoscia, partirono in treno, in nave, a piedi, verso un futuro incerto – prosegue la nota – l’Istria, la Dalmazia e Fiume, terre che per secoli avevano fatto parte della cultura e dell’identità italiana, venivano strappate via.
L’esodo giuliano-dalmata fu una ferita profonda che lacerò l’anima della nazione. Il libro di Menia si dipana in diversi capitoli, ognuno dedicato a un protagonista o a un evento specifico, offrendo una panoramica completa del dramma. Si racconta di Norma Cossetto, giovane studentessa istriana, violentata e gettata viva in una foiba. Il suo sorriso, ritratto in una foto divenuta simbolo del dramma, rappresenta la purezza e l’innocenza strappate via dalla brutalita’. Di Ivan Motika, luogotenente di Tito, responsabile di innumerevoli atrocità.
Le “corriere della morte” da lui ordinate partivano da Pisino cariche di innocenti e vi facevano ritorno cariche solo di dolore. Di Arnaldo Harzarich, eroico uomo che rischio’ la vita per recuperare i corpi degli infoibati, dando alle loro famiglie la possibilita’ di piangere i propri cari. Un laborioso lavoro di documentazione, di ricerca, di restituzione di una narrazione orale costruito di vari tasselli, che insieme formano un mosaico per far riemergere dal profondo di una grotta una storia che in molti hanno voluto continuare a negare e nascondere per anni – conclude – e se, una volta scoperta l’atrocità, sono proprio le voci degli infoibati che dal fondo delle fosse rimbombano, fino a creare un suono assordante perché non venga mai più occultata la verità, in questo senso il libro di Roberto Menia è un’opera d’amore e di memoria che si fa documento”. Aprirà la presentazione il Sindaco Alessandro Giulivi per i saluti istituzionali per poi lasciare la parola a Simona Pellis, Coordinatore per il Lazio dell’Unione degli Istriani, che introdurrà l’appassionante intervento del senatore Menia il quale racconterà le storie di uomini e donne che hanno voluto conservare e mantenere viva la memoria della loro terra.