Sarà fatta luce sulla storia del capoluogo di Viterbo, partendo dal periodo basso medievale fino a raggiungere, potenzialmente, quello etrusco
VITERBO – Ad aprile partiranno le prime vere indagini archeologiche per far luce sulla storia del Colle del Duomo e sulla vera origine della città di Viterbo, a oggi ancora nascosta tra le nebbie della leggenda.
L’avveniristico progetto biennale, che utilizzerà tecnologie all’avanguardia e in grado di mappare virtualmente l’intera area adiacente alla Cattedrale di San Lorenzo, è stato presentato questa mattina in una conferenza presso la Curia Vescovile di Viterbo.
Come illustrato dal Vescovo Orazio Francesco Piazza, i lavori saranno guidati da una cordata di partner, tra cui l’Università degli Studi della Tuscia, rappresentata in conferenza dal Rettore Stefano Ubertini, dalla Soprintendenza dei Beni culturali, rappresentata dalla soprintendente Margherita Eichberg e dalla Curia stessa.
“Questo evento ci darà una finestra aperta su uno studio che potrà finalmente fare chiarezza sulla storia di questo colle – ha esordito il vescovo Piazza – Un progetto nato da un proficuo dialogo con Soprintendenza e Università. Con esso, potremo arricchire la nostra comunità di conoscenze di grande valore, ma il primo passo è la fase conoscitiva, grazie a strumenti all’avanguardia”.
L’obiettivo, come anticipato, sarà quello di mappare preliminarmente il Colle del Duomo, scoprire cosa vi è al di sotto e, successivamente, progettare un eventuale fase di scavi archeologici mirati veri e propri.
Entusiasti del progetto anche la soprintendente Eichberg e il rettore Ubertini. Entrambi, infatti, hanno convenuto sul fatto che questi studi erano da fin troppo tempi attesi e che solo grazie a essi si potrà gettare una chiara luce su quel che vi è di “leggendario” circa la storia di questo luogo e di tutta la città.
I riferimenti sono, chiaramente, rivolti principalmente al sito di sepoltura di papa Alessandro IV, sul quale l’archeologo Gianpaolo Serone di ArcheoAres (altro partner principale del progetto) è particolarmente ferrato. Un “mistero” sul quale, scientificamente, si potrà forse giungere a una soluzione definitiva.
“Questo progetto nasce da un desiderio di conoscenza nato circa 20 anni fa – spiega Serone – Questa è una zona che va indagata e attenzionata e grazie alla squadra messa in campo si potranno portare avanti studi che non mancheranno di riempirci di orgoglio, non solo per noi, ma per tutta la città di Viterbo“.
A fargli eco, i docenti Unitus Giuseppe Romagnoli e Marina Micozzi, i quali hanno affermato di essere convinti che già entro la fine del 2024 potrebbe esserci spazio per una nuova conferenza stampa sulle scoperte che i lavori porteranno alla luce.
Che il Colle del Duomo nasconda “segreti” e “tesori” non è ovviamente una novità. Da sempre si sospetta addirittura della presenza di un famigerato tempio romano dedicato al dio Ercole, sul quale sarebbe poi stata costruita la stessa cattedrale di San Lorenzo. Ancora, le vociferate leggende sulle origini etrusche di Viterbo (mai potute confermare con prove tangibili) potrebbero trovare dei riscontri.
Il team, tuttavia, preferisce restare coi piedi per terra e più volte è stato specificato, anche dallo stesso vescovo Piazza, che si dovrà procedere un passo alla volta.
Questo primo biennio di studi, in ogni caso, rappresenterà per Viterbo “un evento che potrebbe rivoluzionare la città da 600 anni a questa parte“, come ben sottolineato da Gianpaolo Serone. L’area del Colle, infatti, come è stato ricordato, è rimasta inviolata da ormai sei secoli, scampando anche ai bombardamenti che distrussero buona parte del duomo e dell’area circostante a Piazza San Lorenzo.