Il coraggio di denunciare del ragazzo (divenuto maggiorenne) ha messo la parola fine agli abusi sessuali andati avanti per diversi mesi. La “storia” è nata nello spogliatoio di un ambiente sportivo cittadino
CIVITAVECCHIA – Una brutta storia. L’ennesima che colpisce l’apparente calma di una città viziosa e peccaminosa come quella di Civitavecchia. Protagonista un 50enne conosciuto e un ragazzo da poco tempo diventato maggiorenne.
Una storia fatta di droga e sesso. Di ricatti e pressioni. L’ennesima brutta pagina segnata da persone non del tutto sane di mente e con un fondo di perversione da curare.
Andiamo per ordine. I due, il 50enne e il minorenne, si conoscono in un ambiente sportivo. Durante gli allenamenti. Poi una sera i due entrano in confidenza e l’adulto offre della buona cocaina al minore che ne rimane affascinato ma soprattutto “schiavo”.
Dalle serata fatte a consumare “bamba” al sesso è stato un tutt’uno. Le avances e i ricatti: “se vuoi pippare me lo devi dare”.
Rapporti soltanto orali. All’adulto piace giocare con il ragazzino che, in cambio della droga, cede all’uomo a cui piacciono i giovani vigorosi.
Una storia triste fatta di ricatti sempre più pressanti. Il giovane non sa più come liberarsi da questo personaggio e cerca di allontanarlo. Di sfuggirgli. Iniziano telefonate. Messaggi. Minacce, pedinamenti. Stalking e sopraffazioni di un uomo purtroppo senza scrupoli e con evidenti problemi psicologici.
Anche lo sport diventa un incubo. Alla fine. Diventato maggiorenne. Il ragazzo trova il coraggio di parlarne con qualcuno e va dalla polizia a denunciare il suo persecutore.
Iniziano le indagini e ben presto scattano le misure nei confronti del 50enne che si vede sequestrare il telefono dall’autorità giudiziaria e che lo obbliga a portare un braccialetto elettronico. Braccialetto collegato ad un altro dispositivo di allarme che è stato fornito al ragazzo dal quale non deve mai separarsi. Se il braccialetto si avvicina troppo al dispositivo scatta l’allarme e il conseguente arresto.
C’è però da aggiungere un dettaglio. Il telefono è stato riconsegnato quasi subito all’adulto “giocherellone”. Il Tribunale del Riesame di Roma, infatti, per un cavillo tecnico ha annullato il provvedimento e disposto il dissequestro dell’apparato. Cosa a dir poco grave che consentirà a questa persona di cancellare in modo irrimediabile ogni sorta di prova. Le indagini vanno avanti e chissà che non si venga a sapere chi è questo “sportivo” così spregiudicato.