VITERBO – Condannato a 6 anni il manovale algerino, G. B., accusato di aver abusato di una 15enne adescata nel piazzale di un distributore di benzina dell’Alta Tuscia, il giorno di Santo Stefano del 2022. Una settimana fa la Procura aveva chiesto una condanna a 3 anni di carcere.
Ieri davanti al collegio del tribunale di Viterbo si è celebrata l’udienza decisiva, dedicata alle arringhe dei difensori dell’uomo, gli avvocati Vittoria Mezzetti e Michele Ranucci. A conclusione dell’inchiesta, il sessantenne fu accusato in concorso con un collega 29enne tunisino, H.B., il quale a giugno scorso era uscito di scena patteggiando la pena davanti al gip a 2 anni. L’operaio in quella stessa circostanza era stato rinviato a giudizio con rito ordinario.
Fu la madre della minorenne a far scattare le indagini, denunciando quanto accaduto il pomeriggio del 26 dicembre di due anni fa. Su istanza del pm Chiara Capezzuto, titolare del fascicolo, a febbraio 2023 le dichiarazioni della ragazzina furono cristallizzate in sede di incidente probatorio e lo stesso avvenne per quelle rilasciate da 3 testimoni oculari, anche loro adolescenti. Stando agli addebiti contestati, i due operai avrebbero puntato la 15enne mentre era intenta a parcheggiare il suo motorino nello spiazzo dell’area di servizio.
In un primo momento entrambi avrebbero tentato di avvicinarla, rivolgendole degli apprezzamenti, e avrebbero cercato di persuaderla a salire sulla loro auto e andar via insieme. Ma la situazione sarebbe degenerata tragicamente in pochi istanti. All’improvviso infatti, il 29enne avrebbe braccato la minorenne stringendola tra le sue braccia e l’avrebbe baciata, mentre la giovane avrebbe cercato di svincolarsi dalla presa, ma a quel punto il 60enne sarebbe intervenuto afferrandola per un braccio per poi trascinarla verso la loro macchina, dove si sarebbero consumati gli abusi.