MAGLIANO ROMANO – Riceviamo e pubblichiamo: È nota a tutti l’annosa lotta contro la discarica di Magliano Romano che si protrae ormai da dieci anni e che portiamo avanti con fermezza. Abbiamo tenuto la barra dritta quando altri hanno vacillato, abbiamo ripetuto all’infinito, dal 2014 ad oggi, che sulla faccenda vi fossero troppi elementi opachi che avrebbero dovuto essere vagliati con attenzione.
Per anni abbiamo parlato, molte orecchie ci hanno ascoltato, ma non quelle di chi avrebbe dovuto intervenire: ma il tempo, come si sa, è galantuomo, e noi abbiamo saputo aspettare.
Vi è da dire che, come riportato in un articolo del sito di informazione Formiche.net, la Regione Lazio ha esplicitamente dichiarato che “l’impianto di Magliano, infatti, “risulta inserito nell’elenco delle istanze in corso di istruttoria che l’amministrazione regionale ha debitamente relazionato alla Struttura di Missione per le Procedura di Infrazione, proprio con l’obiettivo di assicurare il progressivo soddisfacimento dei fabbisogni residui su scala regionale””. In altre parole, la discarica di Magliano Romano, con tutte le criticità che si riportano di seguito, è da anni al centro del turbinio finalizzato alla risoluzione della procedura EU Pilot 2019/9541.
Ora alcuni nodi vengono al pettine, ma è necessario districarli.
La Regione Lazio il 25 marzo 2024, con DGR n. 3300, ha ratificato il rinnovo dell’Autorizzazione rilasciata alla Società Idea 4 s.r.l. con D.D. n. A06398 del 6 agosto 2013, per l’esercizio della discarica per rifiuti inerti.
In tale Determina, a pagina 11, si legge che “dalle rilevazioni effettuate anche da questa Autorità competente sugli elaborati di progetto della Società Idea 4 S.r.l. nonché sulle cartografie del PTPR e relative ortofoto le opere oggetto di contestazione sono edificate e realizzate nel perimetro di proprietà e non in quello strettamente “di discarica” insistendo quindi nella fascia di rispetto interessata dal vincolo boschivo”.
Vale a dire, esattamente, quanto da noi da sempre sostenuto in ogni circostanza dal 2014 ad oggi, ma negato a più riprese dalla Regione stessa, o sviando di fronte a nostre osservazioni o in sedi ufficiali, oppure facendo ripetere ai loro legali che nell’area in questione non vi fosse alcun vincolo, anche in barba a quanto statuito dal TAR il 5 ottobre 2022.
A pagina 13 del medesimo provvedimento, la Regione ha espressamente determinato “di disporre che, a seguito degli accertamenti effettuati relativamente alle opere a servizio della discarica come di seguito elencate: fossa Imhoff, uffici, impianti di trattamento delle acque di prima pioggia, scolmatore, pozzetti di campionamento fiscale, dissabbiatore, cisterna di stoccaggio delle acque di percolato e relativa rete di collegamento oltre che parte del piazzale di pesa, ricadendo le stesse in un’area di proprietà interessata da vincolo boschivo, ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004, la Società Idea 4 S.r.l. provveda entro e non oltre 90 giorni dalla data di pubblicazione del presente atto sul B.U.R.L. alla demolizione e/o rimozione e riposizionamento dei suddetti manufatti nell’area di discarica ma fuori dalla zona vincolata, scaduti i quali questa Autorità competente, previa diffida ad adempiere, procederà se del caso all’adozione degli atti connessi e consequenziali”.
La questione appare, pertanto, estremamente opaca, anzi, ad esser sinceri, più vicina al nero che al grigio, visto che mettere nero su bianco che una discarica sta operando da anni in condizioni di non rispetto della legge, non è certo cosa di poco conto.
Ma vi è di più. Proviamo a sintetizzare alcuni interrogativi che da giorni riecheggiano nelle nostre teste.
1. Come mai ci si accorge solo nel 2024 di tale situazione nella discarica di Magliano Romano? Chi ha controllato, istruito e autorizzato in maniera fin troppo “leggera”?
2. Come ha potuto la Regione concedere il rinnovo all’esercizio di una discarica quando gran parte delle strutture a servizio della stessa, se non tutte, devono essere rimosse perché realizzate in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico per la presenza di un bosco?
3. Se tali strutture sono da eliminare, oggi la discarica -visto che il rinnovo di dieci anni rilasciato il 25 marzo in realtà decorre dalla data di scadenza della precedente autorizzazione, ovverosia dal 5 agosto 2023- come può essere nelle condizioni di operare ricevendo camion di rifiuti da scaricare in un impianto in cui, ad esempio, non sembrerebbero poter essere garantiti i controlli previsti dalla normativa (pesa, uffici per il personale, ecc)?
4. La Regione e gli altri Enti che hanno finalmente rilevato tali abusi hanno segnalato ciò agli organi di Polizia, alla Procura e agli Ordini Professionali nel caso in cui siano state prodotte da professionisti dichiarazioni mendaci?
5. È stata avviata la procedura per il ripristino dell’area boscata e per la determinazione del danno ambientale cagionato?
6. Come ha potuto la Regione dare l’ok alla VIA relativa alla riclassificazione della discarica (Determine del 7 e 17 novembre 2023) quando appare evidente che venga messo in dubbio perfino l’esercizio dell’attuale discarica di inerti con le sue strutture da eliminare? Come mai la Regione non ha annullato in autotutela le citate Determine del 7 e del 17 novembre 2023?
7. Veramente la Regione Lazio vuole arrivare alla risoluzione della procedura EU Pilot 2019/9541 proponendo come sito una discarica in cui gran parte delle strutture a servizio della stessa, se non tutte, devono essere rimosse perché realizzate in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico?
Rilanciamo anche quest’oggi il nostro motto tremendo contro ogni torto ed ogni prepotenza.
Continueremo la nostra lotta a tutela del territorio e della salute dei cittadini.
I Soci dell’Associazione Ecologica Monti Sabatini – No Discarica Magliano Romano