La chiusura delle emittenti un colpo all’informazione e alla formazione universitaria
ROMA – Un dramma umano e professionale si è consumato venerdì 6 dicembre, quando le emittenti Cusano Italia Tv e Cusano News 7 hanno interrotto i palinsesti alle ore 14, lasciando senza lavoro oltre 250 giornalisti e professionisti del settore.
La decisione, annunciata dall’Università Niccolò Cusano, è legata a deliberazioni della Guardia di Finanza e della magistratura, che hanno considerato le attività televisive non coerenti con gli scopi istituzionali dell’ateneo.
Le motivazioni della chiusura
In una nota ufficiale, l’Università Niccolò Cusano ha spiegato che la chiusura si è resa necessaria a seguito delle indagini che hanno qualificato le emittenti come attività commerciali, non compatibili con la cosiddetta “terza missione universitaria“. Questo concetto, che si aggiunge a didattica e ricerca, mira a favorire la diffusione della conoscenza nel tessuto socio-economico.
L’amministratore delegato Stefano Bandecchi ha dichiarato che un accordo preliminare con l’Agenzia delle Entrate del Lazio, dal valore di 12,5 milioni di euro, avrebbe potuto risolvere la situazione, ma la magistratura e la Guardia di Finanza hanno deciso di opporsi. «Questi sono i primi 250 licenziamenti. La magistratura è convinta delle sue carte e vedremo come andrà a finire», ha affermato Bandecchi, aggiungendo che simili vicende giudiziarie richiedono spesso anni per una risoluzione definitiva.
Il dramma dei lavoratori e degli studenti
La chiusura delle due emittenti rappresenta una grave perdita non solo per i lavoratori coinvolti, ma anche per gli studenti delle facoltà di Lettere, Scienze della Comunicazione e Filosofia dell’ateneo. Per molti di loro, Cusano Italia Tv e Cusano News 7 erano diventati laboratori pratici dove apprendere le competenze necessarie per affrontare il mondo del lavoro. Ora, questa opportunità unica scompare, sollevando interrogativi sul futuro della formazione nel campo della comunicazione.
Le reazioni del settore
La notizia ha suscitato una profonda solidarietà tra i colleghi giornalisti. Maurizio Pizzuto, presidente dell’associazione Giornalisti 2.0, ha definito la chiusura «un dramma per i lavoratori e le loro famiglie» e «un segnale preoccupante per il settore». In un contesto già fragile come quello dell’editoria, la perdita di due realtà innovative evidenzia la necessità di tutelare il pluralismo informativo e le professionalità del giornalismo.
Pizzuto ha lanciato un appello al mondo accademico e imprenditoriale per cercare soluzioni che possano dare continuità a progetti simili, evitando la dispersione di competenze e risorse umane.
Il commento del sindaco di Terni
Non sono mancate le polemiche. Il sindaco di Terni, con una dichiarazione controversa, ha liquidato la questione affermando che i lavoratori «andranno a fare gli agricoltori». Parole che hanno sollevato ulteriore indignazione tra i professionisti e nell’opinione pubblica, ritenute inadeguate rispetto alla gravità della situazione.
La chiusura di Cusano Italia Tv e Cusano News 7 rappresenta una ferita aperta per l’informazione e la formazione in Italia. Oltre a lasciare senza lavoro centinaia di professionisti, si spegne una voce importante del panorama mediatico e un’opportunità formativa fondamentale per gli studenti. Questo evento ci richiama a una riflessione più ampia sulla sostenibilità economica delle iniziative editoriali e sull’urgenza di salvaguardare il pluralismo e il valore del giornalismo, in un momento storico in cui la crisi del settore è più acuta che mai.